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di Antonino Gulisano

Papa Francesco, al secolo compie oggi 84 anni. Al Pontefice giungano gli auguri più calorosi e sentiti della redazione del QdC e di tutto il mondo Confedercontribuenti.

Chi è Papa Francesco?

Jorge Mario Bergoglio, il futuro Papa Francesco, nasce il 17 Dicembre 1936 nella capitale argentina, Buenos Aires, figlio di emigranti piemontesi: suo padre Mario fa il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e dell’educazione dei cinque figli.

Nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo crea cardinale, del titolo di san Roberto Bellarmino. Nell’ottobre 2001 è nominato relatore generale aggiunto alla decima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dedicata al ministero episcopale. Intanto in America latina la sua figura diventa sempre più popolare. Nel 2002 declina la nomina a presidente della Conferenza episcopale argentina, ma tre anni dopo viene eletto e poi riconfermato per un altro triennio nel 2008. Intanto, nell’aprile 2005, partecipa al conclave in cui è eletto Benedetto XVI.

Come arcivescovo di Buenos Aires – tre milioni di abitanti – pensa a un progetto missionario incentrato sulla comunione e sull’evangelizzazione. Nella sua missione pastorale, già da Arcivescovo di Buenos Aires, ha perseguito quattro obiettivi principali: comunità aperte e fraterne; protagonismo di un laicato consapevole; evangelizzazione rivolta a ogni abitante della città; assistenza ai poveri e ai malati. Invita preti e laici a lavorare insieme. Nel settembre 2009 lancia a livello nazionale la campagna di solidarietà per il bicentenario dell’indipendenza del Paese: duecento opere di carità da realizzare entro il 2016. Successivamente alla rinunzia al Pontificato di Beneddetto XVI il 13 marzo 2013 viene eletto Sommo Pontefice.

Bergoglio è stato il primo pontefice ad assumere il nome di Francesco, scegliendo per la prima volta dopo undici secoli, dai tempi di papa Lando, di adottare un nome mai utilizzato da un predecessore.

Il 16 marzo ha spiegato, in occasione del suo incontro con i giornalisti nell’Aula Paolo VI, le ragioni della scelta del suo nome pontificale: «Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: «Non dimenticarti dei poveri!». E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero… Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!»

Nella sua seconda Enciclica “Laudato Si” è stata dedicata alle problematiche ambientali. La tutela dell’ambiente nell’omelia della messa inaugurale del pontificato, il papa ha richiamato l’esempio di san Francesco di Assisi per invitare tutti ad aver rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. Nella stessa occasione ha rivolto un appello ai governanti e a tutti gli abitanti del pianeta perché tutelino l’ambiente. La terza Enciclica “Fratelli tutti” è dedicata alla fratellanza e all’amicizia sociale, firmata ad Assisi il 3 ottobre 2020.

Gli interventi dei Papi – le encicliche, ma anche le esortazioni, le omelie, i messaggi, i discorsi – sono, per i fedeli, magistero e dottrina. Per i pastori della Chiesa sono anche guida e ispirazione; per i teologi oggetto di studio ed esegesi; per i commentatori d’ogni estrazione documenti di analisi e di confronto. Ma Papa Francesco, il “pastore venuto da lontano”, vi ha aggiunto un senso nuovo e un ruolo inedito: quello di un dialogo diretto con il mondo, con i cristiani e i credenti di altre fedi, con gli atei e i laici.

E’ uscito in libreria nel febbraio scorso il volume “La dittatura dell’economia”,   raccoglie e commenta una selezione di documenti e interventi di Papa Francesco, dal 2013 al 2017, sull’uomo, la giustizia, l’ambiente. Il libro è curato dal prof. Ugo Mattei, presidente della coop ad azionariato popolare  “Generazioni Future Rodotà”, giurista esperto di beni comuni, dichiaratamente laico e agnostico. Il lettore vi trova un dialogo profondo sulla natura dell’economia, del diritto e della società e un confronto fra modi – e mondi – diversi, ma convergenti, di percepire l’universo umano.

In un passaggio particolarmente delicato della “Fratelli tutti”, Papa Francesco invita a «riproporre la funzione sociale della proprietà». Un tema cruciale, incentrato proprio sul diritto di proprietà. Un diritto oggi inteso in termini sempre più esclusivi.

Il diritto alla proprietà privata, tuttavia, si legge nell’Enciclica, «si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciò ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della società. Accade però frequentemente che i diritti secondari si pongono al di sopra di quelli prioritari e originari, privandoli di rilevanza pratica» (Fratelli tutti, n. 120).

Nel parlare di ecologia del diritto e pensiero francescano, Ugo Mattei ha accennato alle reti. In un suo lavoro, “Ecologia del diritto”, scritto con il fisico Fritjiof Capra, si insiste molto su questa dimensione… cambiare le categorie di riferimento è fondamentale!

I beni comuni sono la declinazione pratica di questa sfida. La teoria è l’ecologia del diritto, la prassi sono i beni comuni: l’idea è la necessità di trasformare le istituzioni giuridiche in modo che si smetta con queste continue degradazioni di beni comuni in capitale e si cominci un’inversione di rotta, immaginando che il capitale sovrabbondante di cui disponiamo a livello globale possa essere trasformato in beni comuni.

Ed è questo il messaggio che vogliamo cogliere nell’apostolato di Papa Francesco, quello che ci fa capire le enormi ripercussioni sociali e politiche del Vangelo cristiano.


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