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Attacco hacker all’Agenzia delle Entrate

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Si tratta del terzo grande attacco ad una realtà italiana dopo quelli alle Poste Italiane e al Quirinale. È in atto quindi una guerra ibrida nei confronti della Pubblica amministrazione, perché rivelare informazioni sensibili, normalmente appannaggio solo dello Stato, può essere una potente leva per creare dissenso e tensione sociale in una nazione “avversaria”

di redazione

Agenzia delle Entrate sotto attacco hacker. La LockBit chiede un riscatto e se non verrà pagato entro cinque giorni, gli estorsori minacciano la pubblicazione dei dati rubati che a quanto pare comprendono rapporti finanziari e contratti.

La polizia postale e i tecnici informatici dell’Agenzia hanno aperto subito un’inchiesta, al termine della quale sarà inviata una informativa all’autorità giudiziaria. I PM, una volta esaminati gli atti, potrebbero procedere per le ipotesi di reato di accesso abusivo al sistema informatico e tentata estorsione.

È in atto quindi una guerra ibrida nei confronti della Pubblica amministrazione, Perché “rivelare informazioni sensibili, normalmente appannaggio solo dello Stato, può essere una potente leva per creare dissenso e tensione sociale in una nazione ‘avversaria’”.

Secondo i primi accertamenti, sarebbero stati rubati all’incirca 78 giga di dati. Si tratta del terzo grande attacco ad una realtà italiana dopo quelli alle Poste Italiane e al Quirinale.

Oltre alle indagini della Polizia, l’Agenzia delle Entrate ha chiesto l’intervento della SOGEI SPA, società pubblica interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e che si occupa della gestione delle infrastrutture tecnologiche dell’amministrazione finanziaria italiana.

LockBit è un gruppo di hacker che, che stretti rapporti con la Russia e opera a livello mondiale nelle attività di «ransomware», programma informatico dannoso.

Si tratta di un tipo di malware che una volta entrato nel computer cifra (cripta) i dati e li rende indisponibili per il sistema. Dopo ogni attacco tramite ransomware, LockBit contatta la vittima e chiede un riscatto in cambio di una chiave utile a recuperare file e documenti sottratti durante l’esecuzione del cyber-reato. Stessa situazione che, se confermato dalle indagini, potrebbe riguardare ora anche l’Agenzia delle Entrate.

Le guerre non si combattono solo con le armi belliche ma anche con la tecnologia.