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America2020: da RGB a Barrett, il sottosopra di Trump

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AGI – Da Ruth Bader Ginsburg, icona dell’America progressista, alla conservatrice Amy Coney Barrett, cattolica ed anti abortista. Neanche il tempo di celebrare i funerali della paladina dei diritti, specie delle donne, scomparsa all’età di 87 anni, che Donald Trump annuncia oggi il nome della prescelta per sostituirla.

Barrett, 48 anni e sette figli, di cui uno con la sindrome di down e due adottati ad Haiti, fu presa in considerazione già nel 2018 per la Corte Suprema, per il posto del dimissionario Anthony Kennedy, conservatore moderato. Allora Trump le preferì un altro cattolico, Brett Kavanaugh. “Lei me la tengo per Ginsburg” avrebbe detto il tycoon lasciando intravedere una strategia ben definita per spostare a destra il baricentro del massimo organo giudiziario Usa, paragonabile alla nostra corte costituzionale ma con in più la forza della carica a vita. La morte di RGB ha offerto al capo della Casa Bianca l’imperdibile occasione di fare la sua terza nomina per la Corte Suprema (dopo Neil Gorsuch e Kavanaugh) prima dell’Election Day del 3 novembre. I repubblicani non hanno perso un minuto, si sono ricompattati per approvarla e il leader di maggioranza al Senato Mitch McConnell si è impegnato a metterla subito al voto, ignorando il testamento politico di Ginsburg: “Il mio più fervente desiderio è di non venire sostituita fino a quando non si sarà insediato il nuovo presidente”.

Battaglia annunciata su religione e aborto

Il Grand Old Party, a quanto sembra, punta a sottoporre la nomina al vaglio del Senato entro fine ottobre e a fissare la seduta di conferma entro le prossime due settimane. Le audizioni per la Corte Suprema sono seguitissime in America: in oltre 20 milioni si sintonizzarono davanti alla tv per quella di Kavanaugh. Come senatrice e membro della commissione Giustizia, anche la candidata alla vice presidenza Kamala Harris avrà l’occasione di mettere sulla graticola l’aspirante sostituta di RGB e tornare sotto i riflettori.

Alla notizia della morte di Ginsburg, il presidente l’ha definita “un titano della Legge” e ha ordinato le bandiere a mezz’asta alla Casa Bianca. Giovedì è andato a renderle omaggio alla camera ardente allestita alla Corte Suprema insieme alla first lady Melania. Tra loro non correva buon sangue, eppure The Donald ha mantenuto un inusuale contegno istituzionale, ‘limitandosi’ a mettere in dubbio la veridicità delle sue ultime volontà. Nel frattempo, sondaggi alla mano, saltava da uno Stato in bilico all’altro con una media di due comizi al giorno. Con lo sfidante democratico Joe Biden la corsa si profila al fotofinish. Solo ieri il comandante in capo ha battuto Florida, Georgia e Virginia, con uno stop a Washington per una raccolta fondi.

Oggi alle 17:00 (le 23:00 in Italia) a meno di sorprese dell’ultimo minuto, il presidente lancerà Barrett tra i 9 togati della Corte Suprema, le ultime settimane di campagna elettorale saranno uno scontro epocale su religione e aborto, oltre che tra “i patrioti dell’America First” e “i socialisti” nemici dei valori Usa.

Ruth Bader Ginsburg, seconda donna della storia americana giudice della Corte Costituzione (dopo Sandra Day O’Connor) era stata nominata da Bill Clinton nel 1993. Nata a Brooklyn nel 1933 da genitori ebrei immigrati dalla Russia, laurea alla Cornell University, una delle sole nove donne allieve della Harvard Law School in una classe di 500 uomini nel 1956. Ginsburg è stata l’architetto legale della lotta per l’emancipazione femminile negli anni Settanta e l’alfiere delle libertà civili. 

Trump ha promesso la nomina alla Corte Suprema di giudici che avrebbero “automaticamente” ribaltato la storica sentenza sul caso “Roe contro Wade” del 1973 che sancì il diritto all’aborto in America. La nomina di Barrett verrebbe letta come un ulteriore passo in questa direzione. La linea è chiara e viene confermata da un’altra decisione: il presidente ha firmato nella notte un ordine esecutivo che rende obbligatorie le cure e le terapie d’urgenza per i neonati, mettendo fuori legge la discriminazione dei bimbi prematuri (nati prima delle 24 settimane) o con disabilità.

La migliore allieva di Scalia

Classe 1972, Barrett è originaria di New Orleans, in Louisiana. Ha frequentato un liceo femminile e poi il Rhodes College, prima di laurearsi con lode in Legge all’università Notre Dame dove ha insegnato. È considerata la versione in gonnella di Antonin Scalia, il giurista italo-americano tra gli interpreti più conservatori della Costituzione statunitense, scomparso nel febbraio del 2016 e del quale è stata assistente legale e pupilla. Nel 2012 firmò una petizione contro la copertura sanitaria obbligatoria a carico dei datori di lavoro prevista dall’Obamacare anche per la pillola anticoncezionale.

Nel 2013 dichiarò che “la vita inizia con il concepimento”. Barrett ritiene che anche le sentenze della Corte Suprema possano essere rovesciate. Non si è mai espressa a favore della totale cancellazione del diritto all’aborto, ma ha sottolineato la necessità di imporre maggiori restrizioni su quelli tardivi. All’indomani della conferma alla Corte d’Appello del Settimo circuito con sede a Chicago  (il 31 ottobre del 2017, con 55 sì e 43 no), il New York Times rivelò che Barrett era iscritta all’organizzazione “People of Praise”, una sorta di setta “dove i membri giurano fedeltà gli uni agli altri” e dove si insegna “che il marito è il padrone delle mogli e l’autorità in famiglia”. Come giudice d’Appello si è mostrata intransigente sul diritto a portare armi e ha privilegiato la linea dura contro gli immigrati, appoggiando l’amministrazione Trump, ad esempio, nel voler negare il permesso di residenza (la green card) a chi chiede assistenza pubblica.

“Il dogma vive rumorosamente dentro di te e questo è fonte di preoccupazione quando si tratta di questioni importanti per le quali la gente ha lottato per anni in questo paese”, la attaccò la senatrice democratica Dianne Feinstein nel 2017 durante l’audizione di conferma alla Corte d’Appello, accusandola di farsi guidare dalla sua fede cattolica nelle decisioni giuridiche. L’effetto immediato fu un boomerang, trasformandola in un’eroina dei religiosi conservatori, anche se lei respinse l’accusa: “Non metterei mai le mie opinioni personali al di sopra della legge”. Gli evangelici, segmento cruciale dell’elettorato di Trump, hanno spinto per la sua nomina. Barrett sarebbe la giudice più giovane tra i nove attuali membri della Corte Suprema e la sua impronta lascerebbe il segno per generazioni.

Sarà lei dunque a sostituire Ginsburg? Pare non ci siano più dubbi, ma con Trump è sempre bene lasciare uno spiraglio al dubbio, alla sorpresa, al sottosopra del sottosopra. Trump ha citato anche la cubana-americana Barbara Lagoa tra le papabili sostitute di Ginsburg, ma non l’ha mai incontrata. “Non ho detto che sia Barrett” ha tenuto a rimarcare fino a ieri sera il presidente per lasciare un po’ di suspense. È questione di ore, il sipario di America 2020 è aperto, la morte è entrata in scena sul palcoscenico della Corte Suprema, la vita va e “the show must go on”.

Vedi: America2020: da RGB a Barrett, il sottosopra di Trump
Fonte: estero agi


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