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Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile OBIETTIVO 12: CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILI

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Il consumo e la produzione sostenibile aumentano i benefici in termini di benessere tratti dalle attività economiche, attraverso la riduzione dell’impiego di risorse, del degrado e dell’inquinamento nell’intero ciclo produttivo, migliorando così la qualità della vita

di Gianni De Iuliis

L’obiettivo n. 12 dichiara che entro il 2030 bisogna garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.

Tale obiettivo intende promuovere l’efficienza delle risorse e dell’energia, la garanzia dell’accesso ai servizi di base, a lavori dignitosi e rispettosi dell’ambiente e a una migliore qualità di vita per tutti. Il consumo e la produzione sostenibile aumentano i benefici in termini di benessere tratti dalle attività economiche, attraverso la riduzione dell’impiego di risorse, del degrado e dell’inquinamento nell’intero ciclo produttivo, migliorando così la qualità della vita. Ciò coinvolge imprese, consumatori, decisori politici, ricercatori, scienziati, rivenditori, mezzi di comunicazione. E’ necessario un approccio sistematico e cooperativo tra soggetti attivi nelle filiere, dal produttore fino al consumatore.

A oggi circa un terzo del cibo prodotto, corrispondente a 1,3 miliardi di tonnellate, per un valore pari a circa mille miliardi di dollari, ogni anno finisce nella spazzatura dei consumatori e dei commercianti; se la popolazione mondiale utilizzasse lampadine a risparmio energetico, si risparmierebbero 120 miliardi di dollari all’anno.

Analizziamo come si sostanzia il goal n. 12 indicandone alcuni sub-obiettivi.

Entro il 2030 attuare il Quadro Decennale di Programmi per il Consumo e la Produzione Sostenibili, rendendo partecipi tutti i paesi; raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali; dimezzare lo spreco alimentare globale; raggiungere la gestione eco-compatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti durante il loro intero ciclo di vita; ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, il riciclo e il riutilizzo; incoraggiare le imprese, in particolare le grandi aziende multinazionali, ad adottare pratiche sostenibili; promuovere pratiche sostenibili in materia di appalti pubblici, in conformità alle politiche e priorità nazionali; accertarsi che tutte le persone, in ogni parte del mondo, abbiano le informazioni rilevanti e la giusta consapevolezza dello sviluppo sostenibile e di uno stile di vita in armonia con la natura; supportare i Paesi in via di sviluppo nel potenziamento delle loro capacità scientifiche e tecnologiche, per raggiungere modelli di consumo e produzione più sostenibili; sviluppare e implementare strumenti per monitorare gli impatti dello sviluppo sostenibile per il turismo sostenibile, che crea posti di lavoro e promuove la cultura e i prodotti locali.

Per quanto concerne il contesto italiano, il Rapporto ASviS raccomanda di rivedere l’imposizione fiscale sui consumi, diversificandola in base agli impatti sociali e ambientali dei prodotti. L’indice ASviS colloca l’Italia al secondo posto in Europa. L’indicatore composito relativo al Goal 12 per l’Italia aumenta significativamente tra il 2010 e il 2019 grazie al miglioramento di tutti gli indicatori elementari. In particolare, si osservano progressi importanti per l’indice di circolarità della materia e la percentuale di riciclo dei rifiuti, che con un valore di 49,8% si avvicina al target europeo per il 2020 (50%).

Chiudiamo con le proposte dell’ASviS su “Consumo e produzione responsabili”.

«L’Italia non deve rallentare l’impegno a dare rapida attuazione al Green Deal europeo, al programma Next Generation EU, al Just Transition Fund e alle misure previste da InvestEU per sostenere la transizione ecologica nelle piccole e medie imprese (Pmi). È importante quindi salvaguardare l’operatività delle Pmi, difendendendole da possibili attacchi della criminalità organizzata e fornendo sostegni finanziari indirizzati a favorire la loro transizione a modelli produttivi più innovativi e orientati all’economia circolare e alla gestione sostenibile di tutte le risorse, comprese quelle umane; si propone di promuovere il mercato delle materie prime e dei materiali provenienti da fonti rinnovabili, ridurre gli sprechi, favorire l’utilizzo di materiali con crescente percentuale di riciclato e la creazione di piattaforme di scambio; stimolare la progettazione e l’eco-design di prodotti riciclabili e a ridotto impatto ambientale; favorire il recupero di acque reflue; prevedere incentivi fiscali per l’adozione delle certificazioni ambientali Emas/Ecolabel Ue; rivedere l’imposizione fiscale sui consumi, diversificandola in base agli impatti sociali e ambientali dei prodotti; orientare maggiormente le scelte dei consumatori a favore della sostenibilità; sensibilizzazione al consumo responsabile per la comprensione da parte dei cittadini del potere di mercato e di pressione che essi hanno sulle imprese; accelerare il cambiamento di stili di consumo e di vita, con vantaggi sia per i produttori orientati allo sviluppo sostenibile, sia per la competitività del Sistema Paese».