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A settembre scuola in presenza. Addio alla Dad, parola del ministro Bianchi!

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di Anna La Mattina

Sul finire della settimana scorsa sono arrivate le dichiarazioni, tanto attese, del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il quale, già dalle prime battute ha confortato dicendo che le lezioni si svolgeranno, per tutti, unicamente in presenza.
Si sta discutendo molto sull’obbligo della vaccinazione in ambito scolastico, ma il Ministro rivela che non si è ancora deciso nulla in merito.
Quindi addio alla didattica a distanza (la famosa DAD), a condizione che docenti, personale ATA e studenti siano tutti vaccinati.
Si apprezza che siamo già all’85% dei vaccinati, a livello nazionale e ciò rende il ministro ottimista sul futuro della ripresa della normalità a scuola.
Certo non mancano i suoi accorati appelli al senso civico e alla responsabilità di quanti ancora nutrono riserve circa la necessità di vaccinarsi: se ciò è sentito da tutti come un dovere, verso se stessi e verso gli altri, non ci sarà nessun obbligo per il vaccino… diversamente si vedrà il da farsi.
Questo in sintesi il pensiero del Ministro Bianchi.
Il Ministro si è dilungato anche nella valutazione del danno che due anni scolastici, segnati dalla pandemia e caratterizzati dalla didattica a distanza, hanno provocato presso gli studenti, sia sul piano della formazione e dell’istruzione, che sul piano relazionale.
Insomma un’intera generazione a “rischio” di futuro, non solo per se stessi, ma anche per il futuro degli italiani. Vi sono statistiche, elaborate in base ai dati delle prove INVALSI, che ci fotografano chiaramente qual è lo stato dell’arte della cultura degli studenti italiani e quindi degli italiani adulti di domani: circa il 35% degli studenti non capisce ciò che legge. E tanto altro! Questo è un dato gravissimo.
Ecco perché occorre dare una svolta significativa al sistema scuola del dopo pandemia (sperando che sia veramente un dopo!); farlo con un forte senso di responsabilità, nella disposizione a vaccinarsi, per il bene comune. Il Ministro ha anche osservato, dai dati a lui pervenuti dalle diverse realtà locali, che i giovani, gli studenti, hanno manifestato una forte propensione a volersi vaccinare e questo è un buon segnale: significa che i giovani che hanno sofferto la pandemia, hanno anche capito che occorre dare il proprio forte contributo alla ripresa della scuola in presenza e alla liberazione, prima possibile, dal virus e relative varianti.
Questi nostri giovani sono stati paragonati alla “generazione perduta” dei nati tra la fine dell’ottocento e la Prima Guerra Mondiale, proprio perché mancante dell’esperienza di “normalità”, tipica dei periodi di pace; portatori invece di esperienze “atipiche” che indicano l’aver vissuto a lungo in stato di emergenza, con le privazioni ad esso connesse.
Siamo ancora in tempo per riparare questo grave buco nella formazione dei nostri giovani? Il Ministro è ottimista (“stiamo lavorando moltissimo, anche con i sindacati e le parti sociali interessate”, ha dichiarato Bianchi) e lo siamo anche noi, nella misura in cui si torni davvero a scuola, senza ulteriori nefaste novità e che si continui a rispettare le norme di sicurezza, nella speranza che presto non si senta mai più parlare di Covid… se non sui libri di storia!