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A cosa serve davvero uno smartphone? Forse la risposta è nella serie 7 di realme

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Cosa serve davvero in uno smartphone? Per cosa si è disposti a pagare? Fino a poco tempo fa la tendenza era quella di dotare anche i device di fascia media di fotocamere che avrebbero soddisfatto i più esigenti fotografi professionisti, ma la fotografia è un’arte e se si è scarsi a scegliere soggetto, luce e momento, anche la migliore reflex non serve a nulla. Quindi torniamo al punto di partenza: cosa serve davvero in uno smartphone? 

A giudicare dalla tendenza di quasi tutti i produttori, il trend del momento è l’autonomia. Un telefono deve caricarsi in fretta e la batteria deve durare. Poi cos’altro? Deve avere un buon display, perché lo usiamo per giocare e perché oggi, con buona pace dei grandi registi che già impallidivano al pensiero delle interruzioni pubblicitarie, su uno schermo da 6 pollici guardiamo tanto una serie tv girata in due camere e cucina quanto un kolossal da 300 milioni di dollari.

Quindi, di nuovo, che cosa serve in uno smartphone oggi? La velocità di connessione è fondamentale, ma c’è davvero bisogno di un telefono 5G? Nell’Italia di fine 2020 no. La rete non è abbastanza diffusa e soprattutto non è abbastanza stabile e, con i chiari di luna dello scontro sull’affidabilità dei componenti Huawei, c’è il rischio che le grandi opportunità delle reti di quinta generazione non siano pienamente sfruttabili prima di un paio di anni.

A tutto questo sembrano aver pensato nel quartier generale di realme quando hanno messo a punto i nuovi flagship del’azienda: il 7 e il 7 Pro. Per chi lo avesse dimenticato o si fosse distratto, ricordiamo che realme sta a Oppo come Honor sta a Huawei o redmi a Xiaomi. È, in sostanza, la sottomarca (o, più elegantemente, lo spin-off) di un brand che fa ottimi telefoni e se li fa pagare come tali.

Il 7 e il 7 Pro sono telefoni di fascia media, che costano dai 200 ai 300 euro e hanno un pregio impagabile: fanno quello che promettono. La ragione per cui esiston in due versioni è perché nella intenzioni di realme i destinatari di questi due smartphone sono ben definiti. 

Il 7 Pro ha un alimentatore da 65W  che dovrebbe garantire la ricarica completa in 34 minuti e una batteria da 4.500 mAh che garantisce senza grossi problemi un’intera giornata di autonomia anche con un utilizzo molto intenso. Il display da 6,4 pollici è a 60Hz, abbastanza maneggevole, quindi, ma con performance non da gaming spinto. Insomma il telefono ideale per chi sa di avere sempre una presa a portata di mano per ricaricare in una manciata di minuti, non pretende dal display né dal processore chissà quali prestazioni. 

Il 7 ha una ricarica meno veloce – da 30W – però conta su una batteria da 5.000 mAh ed è pensato per il gaming, così come si evince dal processore – l’Helio G95 di Mediatek – e dal display a 90hz. Un ottimo acquisto a 200 euro se non avete la pretesa di scattare foto memorabili.

 

 

Vedi: A cosa serve davvero uno smartphone? Forse la risposta è nella serie 7 di realme
Fonte: innovazione agi


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