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4 dicembre 1563. La baronessa di Carini uccisa dal padre

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di Gianni De Iuliis

Laura Lanza di Trabia, più nota come la baronessa di Carini (7 ottobre 1529 – 4 dicembre 1563), è stata una nobile italiana, protagonista di una famosa e tragica vicenda siciliana.
Andata sposa per questioni di interessi a soli 14 anni (il marito don Vincenzo La Grua-Talamanca ne aveva 16), la bellissima Laura partorì sei figli. Schiacciata fra la debolezza del marito e la prepotenza del padre, avido di soldi e di potere, intrecciò una relazione con il giovane Vernagallo che frequentava spesso Carini in quanto cugino dei La Grua e amico d’infanzia. I due innamorati si incontravano in una stanza attigua al salone delle feste, coperti dalla servitù.
Furono colti in flagrante adulterio dal La Grua. Questi aspettò l’arrivo al castello del suocero che prese la decisione finale: uccidere la figlia e il suo amante. Colpita ripetutamente al petto e alle spalle, Laura scivolò per terra lasciando l’impronta indelebile della sua mano insanguinata sul muro. Impronta ancora visibile secondo la leggenda.
L’amaro caso della baronessa di Carini è raccontato nei secoli dai cantastorie e tramandato fino ai giorni nostri. È noto anche grazie a due fortunati sceneggiati televisivi: il primo, del 1975, con Ugo Pagliai e Janet Agren, il secondo, del 2007, con Vittoria Puccini e Luca Argentero.