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Aboubakar Soumahoro eletto alla Camera dei Deputati per il partito “Alleanza Verdi/Sinistra Italiana: “Noi Ora, Nessuno è invisibile!”

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In questa terra, Noi, lavoratrici e lavoratori braccianti abbiamo lottato, senza paura delle intimidazioni, nonostante il freddo gelido e il caldo torrido, per la dignità del Lavoro e per migliorare le condizioni di vita di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori sfruttati e precari. Essere stato eletto è un’emozione indescrivibile, come lo è poter riabbracciare le mie compagne e i miei compagni braccianti, degli insediamenti di Borgo Mezzanone (Manfredonia) Torretta Antonacci (San Severo), e condividere con loro questo momento storico perché da oggi scriveremo noi le leggi riguardo le nostre vite e non subiremo più le norme disumane fatte da altri.

Di Claudia Lo Presti

 

 

Aboubakar Soumahoro ce l’ha fatta: sconfitto nel collegio uninominale di Modena superato da Daniela Dondi candidata di Fratelli d’Italia, viene invece eletto nei collegi plurinominali di Lombardia 1 – P01, grazie al conteggio dei seggi col metodo proporzionale.

Aboubakar Soumahoro, un nome vincente ed indimenticabile, un politico eletto che non solo promette ma vanta trascorsi di attivista nella lotta vera, quella che sporca le mani di fatica, a fianco dei braccianti della Puglia, divenendo sindacalista del Coordinamento Agricolo dell’Unione Sindacale di Base.

La sua attività politico-sindacale è strettamente legata ad un episodio vile e meschino perpetrato il 2 giugno del 2018 contro Soumaila Sacko, anch’egli sindacalista dell’Usb a difesa di migliaia di lavoratori sfruttati un po’ ovunque in Italia, ucciso senza remore con quattro colpi di fucile, preso di mira come un barattolo rotto mentre raccoglieva lamiere per costruirsi una baracca di fortuna nei pressi della Piana di Gioia Tauro, da Giovanni Pontedera, poi condannato a ventidue anni di carcere per omicidio volontario.

L’evento, triste e vergognoso, muove nell’animo di Aboubakar Soumahoro una maggiore determinazione a lottare percorrendo le strade del Diritto e dei diritti: chiede ed ottiene dal Governo Conte I la creazione del Tavolo operativo di contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura, che viene istituito ufficialmente con il decreto del 4 luglio 2019 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 3 settembre 2019 e vede la partecipazione, oltre che del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali che lo presiede, anche del Ministero degli Interni, del Ministero delle Politiche Agricole, del Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, delle Regioni, di tutte le sigle sindacali e di vari altri attori. La puntualizzazione è necessaria per chiarire, semmai ce ne fosse bisogno, che chi giunge in Italia desidera integrarsi ed essere ascoltato e vuole farlo prevalentemente senza sovvertire l’ordine e la democrazia.

Il neo deputato alla Camera, eletto nei collegi plurinominali di Lombardia 1 – P01, è nato nel 1980 a Bétroulilié, Costa d’Avorio: arriva in Italia all’età di diciannove anni e nel 2010 si laurea in Sociologia con 110/110 all’Università “Federico II” di Napoli. Discuterà una tesi che altro non è che un’accurata analisi della condizione dei lavoratori migranti in Italia. Fonda la “Coalizione internazionale Sans-Papiers, Migranti e Rifugiati” e nel 2012 organizza una marcia di coloro che non “hanno carte” affinché venga semplificata la circolazione delle persone attraverso i paesi europei.

Il 16 giugno 2020 si è incatenato nei pressi di Villa Doria Pamphilj, facendo uno sciopero della fame e della sete con lo scopo di essere ascoltato dal Governo: dopo diverse ore riesce ad essere ricevuto dal Presidente Conte per parlargli della “patente del cibo”. Il 5 luglio organizza in piazza San Giovanni gli “Stati Popolari degli Invisibili” con l’obiettivo di dare loro voce e unire le diverse istanze e vertenze.

Il 27 luglio 2020, Soumahoro lascia l’USB dopo vent’anni di militanza, ma continuando a spendersi raccogliendo fondi per l’emergenza Covid nel settore e lanciare poi il 12 agosto l’APS Lega Braccianti. In questa occasione inaugura nel foggiano, a Borgo Mezzanone, la prima “Casa dei diritti e della dignità Giuseppe Di Vittorio”, figlio di braccianti agricoli di Cerignola, che durante il primo dopo-guerra, forte della sofferenza che egli aveva vissuto a causa della prematura morte del padre e delle penose condizioni in cui lavorava sebbene ancora bambino, divenne sindacalista e deputato alla Camera nel 1921 come membro del Partito Socialista Italiano. Dunque, Aboubakar Soumahoro sembra ripercorrere i passi di Di Vittorio, avendo in comune con lui una vita faticosa ma anche una grande grinta che fa prevalere il legittimo riscatto sopra ogni cosa e la proiezione verso quella parte di società, accettata o rigettata, più vulnerabile e bisognosa.

Soumahoro è opinionista con la rubrica “Prima gli esseri umani” su L’Espresso e ha un blog personale su HuffPost, nel quale si occupa prevalentemente dei temi connessi con le condizioni dei lavoratori stranieri in Italia; ha inoltre scritto il libro Umanità in rivolta: La nostra lotta per il lavoro e il diritto alla felicità”, edito da Feltrinelli nel 2019, nel quale denuncia le condizioni in cui gli emigrati sono costretti a lavorare, analizzando con sapienza una verità, ovvero: “dietro i mestieri che gli italiani non vogliono più fare si nasconde il degrado delle condizioni generali di lavoro, che chi arriva in Italia sprovvisto di tutele e di diritti è costretto ad accettare per sopravvivere. È così che si spiega il gran ritorno della retorica del ‘prima gli italiani’ e della ‘razza’: uno stratagemma per abbassare il costo del lavoro e ridurre drasticamente la distanza tra dignità e sfruttamento”. Come dire che non è il lavoro che manca, né per gli uni né per gli altri: scarseggiano gli schiavi!.

  • L’emozione per il magnifico risultato con chi vuole condividerla?

 

<<Il nostro giro di ascolto e di condivisione parte dalla terra di Giuseppe Di Vittorio, dove sono stato eletto, come lui, deputato della Repubblica italiana. 

In questa terra, Noi, lavoratrici e lavoratori braccianti – ereditando la lotta delle cafone e dei cafoni di Giuseppe Di Vittorio – abbiamo lottato, senza paura delle intimidazioni, nonostante il freddo gelido e il caldo torrido, per la dignità del Lavoro e per migliorare le condizioni di vita di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori sfruttati e precari. Essere stato eletto è un’emozione indescrivibile, come lo è poter riabbracciare le mie compagne e i miei compagni braccianti, degli insediamenti di Borgo Mezzanone (Manfredonia) Torretta Antonacci (San Severo), e condividere con loro questo momento storico perché da oggi scriveremo noi le leggi riguardo le nostre vite e non subiremo più le norme disumane fatte da altri.>>

 

  • Lei ha ampiamente parlato delle sue intenzioni: vuole riassumerle per Il Quotidiano dei Contribuenti come punti del suo programma?

 

<<Da bracciante, da sindacalista e ora da deputato, mi batterò con la stessa determinazione di sempre per l’introduzione per prima cosa del salario minimo legale affinché i lavoratori abbiano una retribuzione dignitosa; poi la patente del cibo perché i contadini e gli agricoltori devono ricevere un giusto compenso; ed inoltre, norme umane dei processi migratori. Il mio impegno sarà distribuito anche sul piano nazionale, soprattutto nei dimenticati luoghi delle contraddizioni e al servizio della pluralità delle energie virtuose del mondo del lavoro, sociale, ambientale, civico, laico e religioso (da Nord a Sud e da Est a Ovest) del nostro Paese. Il nostro imperativo categorico, che ho affermato durante la campagna elettorale e i miei anni di lotta contro i soprusi, è costituito dalle frasi:

primagliesseriumani! Noiora! Cafoniinparlamento!>>

 

  • Come si sta trasformando il lavoro in Italia, per tutti? E i giovani?

 

<<Tutte le persone hanno diritto alla felicità e ad aspirare a una vita libera e dignitosa. In uno stato di diritto, questa legittima aspirazione non deve diventare un privilegio di pochi. L’attuale modello economico riconosce questa possibilità soltanto a chi, tramite il proprio lavoro, riesca a percepire una buona retribuzione. Tuttavia, il lavoro sta mutando diventato sempre più povero, precario e regredendo come strumento di progresso economico e di benessere interiore. Il crescente fenomeno della “great resignation”, che interessa maggiormente i giovani tra 26 e i 35 anni e perlopiù impiegati in aziende del Nord Italia, ci dice che il lavoro non può diventare fonte di insoddisfazione e di infelicità: chiedere alle persone di barattare il lavoro con la felicità è considerarle degli oggetti. Il lavoro si sta impoverendo: le statistiche rilevano che milioni di persone, pur lavorando, non riescono a sopravvivere. Per questo, occorre avviare una rivoluzione culturale che rimetta al centro la persona che deve essere legata all’esistenza (ESSERE) e non misurata alla propria capacità produttiva (AVERE). Per garantirlo, è necessario introdurre un reddito minimo universale e incondizionato, scollegato dal lavoro, fondato sul principio democratico di uguaglianza sostanziale, capace di dare dignità all’esistenza umana. Questo strumento deve consentire alla persona di esistere, di respirare e di tornare a immaginare il futuro liberandosi dal ricatto occupazionale e dagli avidi meccanismi di mercato.>>

 

  • Quali parole desidera rivolgere a chi l’ha sostenuta durante la campagna elettorale?

 

<<Vorrei ringraziare tutte e tutti per averci e per avermi dato fiducia. Porteremo le nostre proposte in Parlamento facendo un’opposizione ferma dentro senza tralasciare ciò che succede fuori. Vorrei rassicurare tutte le persone che scrivono, preoccupate dello smantellamento dei diritti sociali e civili, che non consentiremo a nessuno di metterli in discussione o mettere a repentaglio gli ideali dell’antifascismo e dell’antirazzismo. La nostra più grande vittoria sarà quella di unirci e camminare, gomito a gomito, verso la nostra felicità collettiva. Per questo, riprenderò a viaggiare per incontrarvi, busserò casa per casa e percorrerò strada per strada perché insieme dobbiamo riaccendere la speranza.>> 

 

Tanti auguri, deputato e buon lavoro.