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AGI – Un’assemblea fiume. Conclusa dalla sintesi di Conte: capisco le difficoltà di ognuno ma chi non se la sente di essere su questa linea è libero di andare via.

Il presidente del Movimento 5 stelle ha tirato le somme di una lunga riunione durante la quale hanno parlato deputati, senatori ed esponenti del governo.

La linea maggioritaria – ha concluso l’ex premier secondo quanto riferiscono fonti parlamentari – è quella di attendere un segnale da Draghi, la responsabilità non è nostra, è lui che deve dare garanzie.

L’opzione prevalente durante gli interventi è stata quella – riferiscono fonti parlamentari pentastellate – di andare all’opposizione. Un’altra è quella della tregua (ma minoritaria).

L’ultima è quella di restare dentro ma con garanzie prima dell’intervento di mercoledì del presidente del Consiglio in Parlamento.

Tra le richieste, per esempio, quella di un decreto per correggere il superbonus, ma Conte ha sottolineato di non essere al corrente di alcuna novità in merito.

Chi non è d’accordo se ne vada, è stato il ragionamento di molti contiani che sono intervenuti nell’assemblea.

E anche Conte ha sottolineato che occorre seguire una linea politica prevalente e chi non è d’accordo non verrà fermato.

Nel mirino, raccontano in M5s, è finito il capogruppo alla Camera Crippa, non solo per aver detto di sì alla richiesta del Pd di calendarizzare le comunicazioni del premier Draghi prima a Montecitorio ma anche per la riunione che ha organizzato con i parlamentari.

Noi – ha spiegato il ministro Patuanelli secondo quanto viene riferito – dobbiamo rispondere alla forza politica con la quale siamo stati eletti e rendere conto del simbolo.

Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro Dadone che ha sottolineato di voler attenersi alla linea di Conte.

Ma alcuni deputati hanno già annunciato di voler votare l’eventuale fiducia al governo. Tra questi Maria Soave Alemanno che è anche delegata d’Aula, da qui la richiesta arrivata da alcuni pentastellati di far decadere il direttivo M5s alla Camera.

“Il Paese – ha affermato Conte – è in una condizione davvero drammatica. Draghi deve fare in modo che le priorità da noi indicate vengano poste nell’agenda di governo“.

Senza una risposta del governo – il ragionamento dell’ex presidente del Consiglio – sarebbe irresponsabile da parte nostra proseguire con il sostegno a Draghi. Noi – ha detto ancora il presidente M5s – siamo coerenti con la nostra posizione. Abbiamo posto delle richieste e ci aspettiamo che vengano accolte.

Nel Movimento 5 stelle sarà decisiva la giornata di domani. Perché l’operazione di una spaccatura interna potrebbe andare in porto prima di mercoledì, giorno in cui Draghi riferirà al Senato.

Alla Camera sarebbero una ventina i pentastellati che potrebbero votare l’eventuale fiducia al governo mentre i contiani al Senato sono convinti che non ci sara’ alcuna defezione.

Sottotraccia c’è anche il tema del superamento del secondo mandato. Alcuni parlamentari hanno chiesto che venga mantenuto uno dei cardini del Movimento. Ma Conte – sottolinea una fonte M5s – in alcuni incontri avrebbe aperto alla possibilità di andare oltre alla regola difesa da Grillo.