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16 settembre 1976. In Argentina la “notte delle matite spezzate”

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di Gianni De Iuliis

La Notte delle matite (Noche de los Lápices) è il nome in codice dell’operazione organizzata dalla polizia argentina con lo scopo di sequestrare, reprimere, torturare e uccidere gli studenti delle scuole superiori che si fossero resi colpevoli di “attività atee e anti nazionaliste”. L’operazione si inseriva in quello che fu definito all’epoca come Processo di riorganizzazione nazionale, nel periodo intercorrente tra il 24 marzo 1976 (data del colpo di Stato che aveva portato al potere la giunta militare guidata da Jorge Rafael Videla) e il 1983.

Quella che nel ricordo popolare è definita come Notte delle matite spezzate ebbe luogo a La Plata nella notte del 16 settembre 1976. Furono sequestrati sei studenti, militanti o simpatizzanti della cosiddetta Unión Estudiantil Secundaria (UES), responsabili secondo le autorità della partecipazione alle manifestazioni contro l’abolizione del Boleto Escolar Secundario (BES), un tesserino che consentiva agli studenti liceali sconti sul prezzo dei libri di testo e una riduzione del biglietto per l’utilizzo dell’autobus. Altri studenti, tra i quali Pablo Diaz, furono arrestati nei giorni successivi.

Secondo il rapporto redatto dopo la fine della dittatura militare dalla CONADEP (Commissione Nazionale sui Desaparecidos), la polizia di Buenos Aires aveva organizzato un’azione di repressione nei confronti degli studenti che avevano preso parte alla campagna di protesta per il BES, considerata dalle forze armate come “attività sovversiva”.

Per questo motivo, dopo il loro arresto, “gli adolescenti sequestrati avrebbero dovuto essere eliminati dopo aver fatto loro soffrire pene indicibili in diversi centri di detenzione clandestini.

Tutti i sei giovani arrestati nella notte del 16 settembre scomparvero.

La testimonianza di uno degli studenti sopravvissuti, Pablo Díaz, è stata fondamentale ai fini della ricostruzione e della denuncia dei fatti avvenuti.