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16 aprile 1917. Lenin torna in Russia dall’esilio

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di Anna La Mattina

Vladimir Il’ič Ul’janov (1870-1924), conosciuto da tutti con lo pseudonimo di LENIN, fu uno dei personaggi più noti e più controversi della storia di inizio Novecento. La sua vicenda umana e politica è intimamente legata alla Rivoluzione Russa, la famosa Rivoluzione d’ottobre del 1917, di cui fu il fautore e il leader assoluto e, di conseguenza, la sua figura si lega anche alla storia europea, nel contesto della Prima Guerra Mondiale.. Vediamo come.

Il 16 aprile di 104 anni fa, fu una data importante per Lenin, che compì la sua più grande aspirazione, quella di riprendere in mano le sorti della sua amata Russia, piegata e stremata da una povertà inenarrabile, dovuta al crollo dell’Impero dello Zar Nicola II, inetto sovrano, a capo di un sistema socio-economico di tipo feudale, duro a morire, che non riusciva più (ovviamente) a soddisfare nemmeno le esigenze primarie della popolazione russa, composta in gran parte da contadini ancora nella condizione di servi della gleba.

Nel frattempo l’Europa, che aveva conosciuto la Rivoluzione Francese nel 1789, sperimentava il radicale cambiamento del sistema sociale ed economico, con il potere in mano alla borghesia capitalista che deteneva anche la proprietà dei mezzi di produzione ed aveva creato nuove forme di lavoro e di schiavitù: i contadini si erano trasformati in operai delle fabbriche, dove lavoravano per il padrone, in condizioni disumane per dodici ore al giorno, con largo impiego del lavoro minorile. Pertanto in Europa si affermavano, sempre più, le idee socialiste dei sociologi economisti Karl Marx e Max Weber.

Il Giovane Lenin, agitatore rivoluzionario russo, fonda nel suo Paese, clandestinamente, Il Partito Operaio Socialdemocratico Russo, di ispirazione marxista, nel marzo 1898 e dopo il fallimento del primo tentativo di rivoluzione del 1905, fu esiliato insieme ad alcuni compagni in Europa, nel “covo” del fermento culturale socialista: l’occasione fu propizia per lui! Egli scelse di andare a vivere l’esilio a Zurigo due ragioni: una perché era una città economica, a misura delle sue possibilità e l’altra perché possedeva una grande biblioteca, dove Lenin trascorse gran parte del suo tempo, alla ricerca di quegli elementi culturali, che in quel momento solo l’Europa offriva e che l’avrebbero portato a maturare le idee politiche giuste, per ritentare l’esperimento rivoluzionario più tardi, nel 1917.

Erano gli anni della Grande Guerra, con uno scenario bellico abbastanza articolato e complesso: il crollo imminente del gigante dai piedi d’argilla, l’Impero Austro-Ungarico, con a fianco la Germania alleata; dall’altro vi erano i nemici del fronte occidentale: gli alleati anglo-francesi; sul fronte meridionale vi era anche l’Italia; sul fronte orientale vi era la grande fragile Russia, decisa a combattere fino in fondo pero ! Germania e Austro-Ungheria erano completamente circondate.

Lenin, cominciava a maturare l’idea che la guerra in corso avrebbe dovuto trasformarsi in rivoluzione europea contro il Capitalismo, piuttosto che combattere una guerra imperialista (le idee marxiste si facevano strada dentro di lui) e, secondo lui, l’interesse della Russia non era quello di prendere parte ad una guerra dello Zar, noncurante del popolo stremato ed affamato: quel popolo necessitava di un cambio radicale delle condizioni di vita e quindi, necessitava della Rivoluzione.

Siamo a Marzo del 1917 e Lenin apprende in quei giorni, che i disordini scoppiati a San Pietroburgo, determinarono l’abdicazione dello Zar e lo scioglimento della Duma (il Parlamento russo) i Soviet (consigli di contadini, operai e soldati disobbedienti) danno vita ad un governo provvisorio, non senza contraddizioni e violenti scontri a loro interno (tra Melscevichi riformisti e i Bolscevichi rivoluzionari) . A quel punto Lenin comprende che deve tornare a casa. È il suo momento,,, deve prendere le redini della corrente bolscevica in mano.

Anche alla Germania piaceva l’idea di una Russia defilata dalla guerra mondiale in corso; ciò avrebbe disimpegnato il fronte orientale, semplificando la situazione . La Germania assume un ruolo determinante nella “fuga” di Lenin e compagni dall’esilio europeo e ne favorisce l’impresa. Lenin machiavellicamente accetta di contrattare con il “nemico” della Russia, ma non può farsi scappare l’occasione di ritentare la rivoluzione nel suo Paese, che, ai suoi occhi, appariva ormai pronto.

Chi non gradì l’operazione in atto, furono gli alleati del fronte occidentale, Francia ed Inghilterra e la stessa Russia, il cui governo provvisorio era convinto di potersi impegnare contemporaneamente in entrambe le guerre. Gli Anglo-Francesi ben capirono che l’uscita della Russia dalla guerra mondiale, avrebbe favorito la Germania e Gli Austro-Ungarici.

Frutto dell’accordo segreto tra Lenin e il governo tedesco, fu l’organizzazione di un treno “piombato” che, avrebbe dovuto trasportare nel segreto, Lenin e compagni, con le rispettive famiglie, attraverso la Germania formalmente nemica, ma ben contenta di favore l’operazione, per tornaconto personale, vista l’entrata in guerra degli USA, il 6 aprile e la grande offensiva anglo-francese sul fronte occidentale, avvenuta il 9 aprile.

Attraverso un viaggio per niente semplice che, partendo dalla Svizzera, attraverso la Germania e la neutrale Svezia, approdava nel Granducato di Finlandia, parte dell’impero Russo e quindi, praticamente a casa. Lenin, nel frattempo, fa pubblicare sulla Pravda (il quotidiano di informazione, organo del Partito operaio socialdemocratico) la notizia del suo imminente ritorno in Patria.

Il 16 aprile 1917 il convoglio rivoluzionario arriva alla stazione “Finlandia” di San Pietroburgo (il nome della città fu cambiato in Pietrogrado); Lenin fu acclamato a “furor di popolo”, nonostante i componenti del governo provvisorio avessero intuito dell’accordo di sottobanco con i nemici tedeschi. Tuttavia decisero strategicamente, che non si poteva stare lì a discutere e quindi si doveva procedere, con la progettazione di quella che poi fu la Rivoluzione d’Ottobre, “fedeli alla linea” dettata dal leader carismatico Vladimir Lenin… quella linea che cambiò per sempre la storia della Russia e non solo, cambiò anche la storia dell’Europa e del mondo nel suo complesso., come bene tutti noi sappiamo.