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12 giugno 1942. Anna Frank, per il suo 13° compleanno, riceve in dono un diario

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di redazione

“Venerdì 12 giugno ero già sveglia alle sei: si capisce, era il mio compleanno! Ma alle sei non mi era consentito d’alzarmi, e così dovetti frenare la mia curiosità fino alle sei e tre quarti. Allora non potei più tenermi e andai in camera da pranzo, dove Moortje, il gatto, mi diede il benvenuto strusciandomi addosso la testolina. Subito dopo le sette andai da papà e mamma e poi nel salotto per spacchettare i miei regalucci. Il primo che mi apparve fosti tu, forse uno dei più belli fra i miei doni. Poi un mazzo di rose, una piantina, due rami di peonie: ecco i figli di Flora che stavano sulla mia tavola quella mattina; altri ancora ne giunsero durante il giorno. (…) Ora devo smettere di scrivere. Diario mio, ti trovo tanto bello”!
Inizia così il racconto di se stessa di Anna Frank su un piccolo diario con la copertina di tela a scacchi bianchi e rossi, ricevuto in regalo dal papà due giorni prima, il 12 giugno 1942, in occasione del suo dodicesimo compleanno.
“Spero che ti potrò confidare tutto come non ho mai potuto fare con nessuno. E spero che sarai per me un gran sostegno” e da quel momento la piccola Anna confiderà al suo diario tutti i suoi pensieri, le sua ansie, i suoi sogni, senza sapere che il suo ingenuo, toccante racconto diventerà la più intima, più toccante testimonianza dell’orrore dell’Olocausto e della seconda guerra mondiale.
Annelies Marie Frank era nata il 12 giugno 1929 nella città tedesca di Francoforte sul Meno. Con i genitori, Otto ed Edith, e la sorella Margot, di tra anni più grande, si era trasferita ad Amsterdam per sfuggire al clima di odio scatenato da Hitler, appena salito al potere in Germania.
Otto aveva accettato di aprire ad Amsterdam la filiale di una ditta di produzione di pectina, un addensante per le marmellate, cui poi abbinerà anche la vendita di spezie ed erbe aromatiche. Si era trasferito nella città olandese alla fine del 1933, per essere poi presto raggiunto dalla famiglia. Si erano stabiliti in appartamento in condominio in Merwedeplein n. 37, nella periferia sud di Amsterdam, dove avevano trovato rifugio molte famiglie di ebrei tedeschi.
Anna era dunque cresciuta in Olanda ed era perfettamente integrata nella sua terra d’adozione.
Nel maggio del 1940 i nazisti invadono i Paesi Bassi, dopo avere dato inizio alla seconda guerra con l’invasione della Polonia il 1º settembre 1939. I tedeschi impongono al paese occupato leggi e regolamenti contro gli ebrei, cui è vietato muoversi liberamente nelle città, frequentare locali e negozi. Agli ebrei non è consentito essere proprietari di aziende, ed Otto perde la sua impresa.
Anna, come tutti i ragazzi ebrei, è costretta la lasciare la sua scuola e frequentarne un’altra per soli ebrei. Nondimeno, in quel suo tredicesimo compleanno era ancora una bambina libera, dal temperamento allegro e brioso
La persecuzione degli ebrei in Olanda, come nel resto d’Europa, si sempre più forte, ad essi è fatto obbligo di cucire una stella giudaica sugli abiti e iniziano le voci, sempre più insistenti di deportazioni.
Margot Frank riceve, il 5 luglio 1942, una chiamata per andare a lavorare nella Germania nazista, ma i suoi genitori non si fidano e decidono di nascondersi il giorno seguente, così entrano nella clandestinità.
Infatti già dalla primavera del 1942 Otto Frank, aiutato dagli ex colleghi della sua ditta, allestiva un nascondiglio nel retro dell’edificio della sua impresa al numero 263 di Prinsengracht, dove tempo dopo si rifugerà un’altra famiglia composta da quattro persone.
Durante i due anni di vita clandestina Anna scriverà nel suo diario tutti gli avvenimenti, le paure, le speranze vissuti dentro quel rifugio. Scrive anche dei piccoli racconti, inizia perfino la stesura di un romanzo e trascrive alcuni brani dai libri che il padre riesce a procurarle. Quando apprende che il ministro olandese dell’istruzione chiede di conservare tutti i diari e i documenti della guerra, ad Anne viene l’idea di elaborare i suoi diari in un’unica storia, con il titolo Het Achterhuis (La casa sul retro).
Scriverà il suo diario fino al 1° agosto 1944. “Io so precisamente come vorrei essere, come sono di dentro, ma ahimè, lo sono soltanto per me”: sono queste le ultime parole del diario. Tutta la famiglia Frank verrà arrestata il 4 agosto e trasportata in treno ad Auschwitz. Anna Frank, assieme alla sorella Margot. Verrà trasferità nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove troverà la morte ad appena 15 anni.