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1 gennaio 1863. Abraham Lincoln proclama l’abolizione della schiavitù

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di Gianni De Iuliis

Abraham Lincoln (12 febbraio 1809 –15 aprile 1865) è stato un politico e avvocato statunitense.

Fu il sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America, dal 4 marzo 1861 fino al suo assassinio avvenuto nell’aprile 1865. Guidò l’Unione alla vittoria nella guerra di secessione americana, la più cruenta mai esplosa fino ad allora, nonché la più grave crisi morale, costituzionale e politica dell’intera storia degli Stati Uniti d’America. Grazie alla vittoria bellica, riuscì a mantenere uniti gli Stati federati, rafforzò il governo federale e modernizzò l’economia del Paese.

Il potere del governo federale sul tema della schiavitù era limitato dalla Costituzione che aveva delegato la questione alle scelte dei singoli Stati. Sia prima sia durante la campagna elettorale presidenziale Lincoln sostenne che impedire la schiavitù nei nuovi territori all’Ovest avrebbe portato al suo progressivo superamento. All’inizio della guerra cercò anche di persuadere gli Stati ad accettare un’emancipazione con compensazione in denaro in cambio della proibizione della schiavitù.

Il 19 giugno 1862 il Congresso approvò una legge che bandiva la schiavitù su tutto il territorio federale; Lincoln controfirmò la legge. A luglio fu approvata la legge detta Confiscation Act, che istituì procedure giudiziarie per rendere liberi gli schiavi appartenenti a persone condannate per aiuto ai ribelli. Sebbene il presidente la credesse incostituzionale, controfirmò anche questa legge. In quello stesso mese discusse con i suoi ministri una bozza del “proclama di emancipazione”. In essa si dichiarava che “come misura militare appropriata e necessaria a partire dal 1º gennaio 1863 tutte le persone detenute come schiavi negli Stati confederati diverranno e continueranno ad essere per sempre liberi”.

Il proclama di emancipazione, emesso il 22 settembre del 1862 ed entrato in vigore il 1º gennaio seguente dichiarò liberi gli schiavi in dieci Stati non ancora sotto il controllo dell’Unione. Lincoln passò i cento giorni tra il proclama e la sua entrata in vigore a preparare l’esercito e la nazione intera alla svolta epocale. Una volta che l’abolizione della schiavitù negli Stati ribelli divenne un obiettivo militare, l’avanzata dell’Union Army verso Sud portò alla liberazione di tre milioni di schiavi. Il commento di Lincoln sulla firma del proclama fu: “non mi sono mai sentito, nella mia intera vita, più certo di fare la cosa giusta di quando firmai quel documento”.