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​Spunta un nuovo video choc dell'arresto di un afroamericano

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Arriva un nuovo video a sconvolgere gli Stati Uniti sui metodi della polizia: il New York Times ha diffuso il filmato girato da una donna che ha assistito al brutale arresto del 33enne afroamericano Manuel Ellis a Tacoma, nello Stato di Washington, il 3 marzo sera. La donna si è fatta avanti per denunciare che gli agenti sono stati talmente violenti che lei ha urlato loro di “smettere di picchiarlo”.

Il caso Manuel Ellis

Sara McDowell, che era in un’auto dietro gli poliziotti, ha riferito ieri al New York Times di aver visto Ellis avvicinarsi all’auto della polizia sul tardi la notte del 3 marzo per quella che all’inizio pensava fosse una conversazione amichevole. Ma la situazione è cambiata improvvisamente, ha detto la donna, quando un agente ha aperto la portiera dell’auto e ha buttato a terra Ellis.

La polizia ha fornito un racconto diverso, dicendo che Ellis ha iniziato il confronto quando ha sollevato un agente e lo ha gettato a terra, spingendo gli altri agenti a muoversi per trattenerlo.

McDowell, che ha registrato parti dello scontro su video, sostiene invece che la violenza della risposta della polizia le era sembrata non provocata. In brevi video ripresi dalla signora McDowell, si vedono gli agenti prendere a pugni Ellis mentre era a terra.

In uno dei filmati, si sente la voce della donna che li chiama: “Fermi. Oh mio Dio, smettetela di colpirlo. Arrestatelo e basta”. “Ero terrorizzata per la sua vita, onestamente”, ha detto Sara McDowell. “Il modo in cui l’hanno attaccato non aveva senso per me. Andai a casa e mi sentii male”.

Ellis è morto nei minuti successivi al suo arresto dopo aver supplicato: “Non riesco a respirare“, come è successo ad altri uomini di colore morti in custodia della polizia, tra cui George Floyd. McDowell ha detto di non essersi resa conto fino a questa settimana che il signor Ellis era morto in seguito a quello che aveva visto.

Il detective Ed Troyer del dipartimento dello sceriffo della contea di Pierce che conduce le indagini ha detto che le autorità non hanno avuto la possibilità di parlare con la signora McDowell, ma hanno ulteriori prove che non hanno ancora divulgato e non lo faranno finché il caso non sarà presentato ai pubblici ministeri la prossima settimana.

Il medico legale della contea, Thomas Clark, ha stabilito come causa della morte “ipossia dovuta a immobilizzazione fisica”, secondo una copia del rapporto fornito dall’avvocato di famiglia. Il medico ha concluso che la morte di Ellis è stata un omicidio, ma ha anche detto che è improbabile che la sua morte sia avvenuta solo a causa della costrizione fisica, spiegando che la vittima aveva in corso un’intossicazione da metanfetamine ed era cardiopatica.

Nel referto Clark afferma che Ellis aveva abbastanza metamfetamina in corpo da essere una dose fatale, ma rileva anche che i paramedici inizialmente lo hanno trovato con un battito cardiaco normale. Allo stesso tempo, era vicino all’arresto respiratorio.

Clark ha detto che è possibile che il fattore più importante della sua morte sia stata la privazione di ossigeno “come risultato della costrizione fisica e del posizionamento di una maschera sopra la bocca“.

Il rapporto di polizia diceva che gli agenti avevano messo un “cappuccio per sputi“, dispositivo usato per impedire a qualcuno di sputare o mordere, sulla bocca di Ellis.

A Trump non piace chi si inginocchia

Intanto Donald Trump fa sapere che non gli piace vedere sportivi – e anche agenti delle forze di polizia, inginocchiarsi davanti ai manifestanti. 

“Non inginocchiatevi, ci sono altri modi di protestare” ha detto il Presidente contestando il gesto inaugurato sui campi di football da Colin Kaepernick e diventato il simbolo di chi condivide le proteste contro il razzismo scatenate dalla morte di Floyd

Le National Football League (Nfl) americana da parte sua si schiera contro il razzismo e con i suoi giocatori di colore che hanno reclamato una presa di posizione netta dopo la morte di Floyd.

“La National Football League, condanna il razzismo e la sistematica oppressione della gente di colore” ha detto il commissario della Lega Roger Goodell, ammettendo di aver sbagliato “a non avere raccolto prima l’appello dei giocatori della Nfl” e la loro pacifica protesta inginocchiandosi in campo durante l’inno nazionale. Quella di Goodell, tra i grandi finanziatori del partito repubblicano, rappresenta anche una presa di distanza dal presidente Trump.

I giocatori che come il quarterback Colin Kaepernick si inginocchiavano durante l’inno nazionale sono stati duramente attaccati da Trump. Dal 2017 nessuna squadra ha più offerto un contratto s Kaepernick, presumibilmente per la sua protesta stigmatizzata dalla Casa Bianca.

Kaepernick ha accusato la Nfl di collusione con i proprietari delle squadre per impedirgli di giocare. La Lega Football ha sempre negato di aver colluso ma lo scorso anno ha patteggiato con Kaepernik e il suo ex compagno di squadra Eric Reid che si era inginocchiato con lui.

“Senza giocatori neri non vi sarebbe la Nfl”, ha ammesso Goodell, “tutte le proteste nel Paese sono emblematiche dei secoli di diseguaglianza e oppressione nei confronti dei giocatori, allenatori, fan e dipendenti di colore”.

La grande scritta sulla strada di Washington

Intanto sono comparse scritte sulla 16th street che porta a Lafayette Square e alla Casa Bianca.Sono tracciate con vernice di colore giallo e appaiono enormi: sono le parole “Black Lives Matter“, “le vite dei neri contano”. 

È stato il sindaco di Washington a decidere di farle scrivere  “visto che c’è una disputa su a chi appartengano le strade” ha spiegato John Falcicchio, capo dello staff del sindaco Muriel Bowser “è stato deciso di dare un messaggio chiaro. Sono le strade di Washington a rendere onore a chi manifesta pacificamente in memoria di George Floyd“. 

Il sindaco ha poi annunciato su Twitter che una parte della strada è stata rinominata “Black Lives Matter Plaza“, scatenando l’ira del presidente Donald Trump che l’ha definita “un’incompetente”.

Com’è andata l’undicesima notte di proteste

L’undicesima notte di proteste negli Stati Uniti contro il razzismo e le violenze della polizia, scatenate dalla morte di George Floyd, ucciso dagli agenti a Minneapolis. A New York la gente non ha abbandonato la piazza sfidando il coprifuoco. Manifestazioni anche a Washington Dc, Los Angeles, Seattle, Denver e Fort Worth.

Lasciano la squadra rapida d’intervento 57 agenti, scrive la Cnn, dopo che due agenti incaricati di mantenete l’ordine pubblico nelle manifestazionisono stati sospesi per aver spintonato un 75enne. L’uomo è caduto battendo la nuca ed è in gravi condizioni, il video ha “profondamento disgustato” il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo.

A loro volta, gli agenti della ‘Celere’ americana “si sono dimessi con disgusto per il trattamento riservato a due dei loro colleghi, che stavano semplicemente eseguendo degli ordini”, ha detto il presidente della Buffalo Police Benevolent Association John Evans.

L’identità dell’uomo, Martin Gugino, è stata confermata dall’ufficio di Cuomo. Gugino è ricoverato in ospedale in condizioni gravi, ma stabili. L’avvocato che rappresenta Gugino ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che l’uomo è sveglio e lucido e lo descrive come un manifestante pacifico di lunga data e sostenitore dei diritti umani.

“Il signor Gugino chiede la privacy per s e per la sua famiglia mentre si sta riprendendo”, ha detto Kelly V. Zarone. “Apprezza tutti gli auguri che ha ricevuto e chiede che ogni ulteriore protesta continui ad essere pacifica”. 

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Fonte: estero agi


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