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Musei: Capodimonte, cantiere trasparente e focus su natura morta

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La primavera fiorisce nel museo di Capodimonte, oltre che nel bosco che fa parte integrante del complesso borbonico, anche nei depositi. Un nuovo allestimento in sala 27 valorizza il capolavoro ‘Loggia con Giardino’ di Carlo Maratti e Christian Berentz, insieme ad altre opere sullo stesso tema raramente esposte. L’occasione è data da una recente importante monografia su Maratti di Stella Rudolph e Simonetta Prosperi Valenti Rodinò (Ugo Bozzi Editore) nell’ambito della rassegna curata dagli Amici di Capodimonte.
“Valorizzare l’immenso patrimonio di Capodimonte raccontandolo e divulgandolo è al centro di ogni azione – spiega Eike Schmidt, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte – in questa stagione il nostro museo, dove è al lavoro il grande cantiere della trasformazione, vuole trasmettere la sua vitalità di centro culturale e di studio. Ai visitatori proponiamo infatti tre ‘ospiti’ (opere di Rubens, Baglione e Carracci, frutto di prestiti e in esposizione per brevi periodo, ndr.) in dialogo con le collezioni, il cantiere di restauro trasparente e gli appuntamenti gratuiti di alto profilo curati dagli Amici di Capodimonte che in questo caso abbiamo abbinato al nuovo allestimento”.
Maratti (1625-1713) ha svolto un ruolo egemone nella Roma post berniniana tra la seconda metà del Seicento e i primi decenni del Settecento. Artista di respiro internazionale, con la sua opera dovette confrontarsi anche alcuni dei principali esponenti della pittura napoletana a cavallo tra i due secoli. Frutto di un lavoro pluridecennale, la monografia dedicata all’artista da parte della sua principale studiosa, Stella Rudolph (1942-2020), portata a compimento da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, gli restituisce il ruolo di protagonista della scena artistica del suo tempo. Il dipinto, olio su tela, rientra nel genere delle ‘natura morta’, dentro al quale si collocano tutte le raffigurazioni di oggetti inanimati come frutta, fiori, animali o strumenti musicali, destinati a decorare i palazzi signorili. Il XVII secolo vede l’affermarsi di pittori ‘naturamortisti’, come Daniel Seghers, specializzato soprattutto in ghirlande, e di dipinti ‘a quattro mani’ realizzati da naturamortisti e da ‘pittori di figura’, come appunto ‘Loggia con giardino’, acquistata dal Real Museo Borbonico nel 1847.
Con Maratti ebbe modo di collaborare anche Abraham Brueghel il quale, trasferitosi a Napoli, influenzerà la pittura di natura morta locale. Ciò è evidente nelle opere di Gaetano Cusati (attivo tra il 1686 e il 1720), per la loro luce brillante e il carattere decorativo, di cui due opere sono nella sala 27. ‘Natura Morta con fiori, frutti e fontana’ (olio su tela) è esemplificativo dell’aggiornamento di Cusati sul gusto romano, per il formato di grandi dimensioni, la composizione di carattere scenografico, l’inserzione di elementi scultorei e animali che rimandano alle opere di Abraham Brueghel. ‘Natura Morta con ortaggi e statue’ (olio su tela) rimanda ai temi dipinti dal maestro Giovan Battista Ruoppolo, tuttavia la libertà pittorica e una composizione più movimentata esplicitano le novità introdotte nell’ambiente napoletano da Luca Giordano. Entrambe le opere sono di proprietà di San Martino in deposito a Capodimonte.
Di Daniel Seghers (Anversa 1590-1661) è la ‘Ghirlanda di fiori con Madonna con Bambino’ (olio su tela), dipinto destinato alla devozione privata. Qui la ghirlanda di fiori attorno alla figura della Madonna assume un ruolo simbolico: rose e fiori d’arancio indicano la Redenzione, il narciso la Resurrezione, la rosa canina e l’edera rimandano alla Passione. L’opera fa parte del nucleo farnesiano-borbonico delle collezioni di Capodimonte, dove è documentata dal 1799.
Di Abraham Brueghel (Anversa 1631 – Napoli 1697) sono due opere della collezione De Ciccio: ‘Natura morta con fiori e frutta’ (olio su tela) e ‘Natura morta con fiori frutta e cacciagione’ (olio su tel), esempi di natura morta romana introdotta a Napoli proprio da Brueghel, giunto in città nel 1672. (AGI)