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Migranti: ipotesi dl su centri Albania,opposizione all’attacco

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Dossier migranti sul tavolo del governo: “Valutazioni in corso, per ora solo ipotesi. Al momento c’è un lavoro di ricognizione”, spiegano dal governo riguardo il percorso da intraprendere e le soluzione da adottare per i centri di Albania di Shengjin e Gjder. Una delle ‘exit strategy’ è quella di convertire le due strutture in centri di permanenza per i rimpatri. Ma al momento non c’è ancora una bozza di un nuovo intervento, tra l’altro il confronto sarebbe pure sulla possibilità o meno di intervenire prima dell’udienza fissata dalla Corte di giustizia della Ue (prevista il 25 febbraio, la sentenza è attesa dopo un mese). Il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, non ha escluso che ci sia un nuovo provvedimento prima, ma non sarebbe solo Forza Italia a frenare. “Bisogna aspettare, secondo me, la sentenza della Corte di giustizia della Ue del 25 febbraio e le pronunce della Cassazione rispetto alle impugnative dei provvedimenti dei giudici di merito”, ha affermato a ‘Start’ su ‘SkyTg24′ il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.
Ci sarebbero inoltre altre idee in valutazione, tra cui quella, spiega una fonte, di costruire nuovi Cpr anche in Italia, in posti inaccessibili, “tipo piccole isole deserte…”. Ma al momento non sarebbe questo l’orientamento dell’esecutivo. Che sta valutando le modalità per superare gli ostacoli posti dai giudici in questi mesi sui centri in Albania e anche lo strumento da utilizzare. Non sarebbe stata dunque ancora decisa la tempistica né ci sarebbe un via libera ad un decreto, ma sono in corso ragionamenti. Iniziati già da settimane e approfonditi nel vertice che si è tenuto venerdì scorso, alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Oggi sul dossier c’è stata a palazzo Chigi una nuova riunione, a livello di tecnici. Anche se all’orizzonte sul dossier non sarebbero previsti vertici di maggioranza. Intanto l’opposizione attacca a testa bassa. “State prendendo atto del fallimento – a spese nostre – del progetto iniziale, messo a punto senza nemmeno valutare la sua compatibilità con il diritto europeo. Si sbarca quindi, come sempre, in Italia”, l’affondo del presidente M5s Giuseppe Conte. “Se non fossimo alla tragedia saremmo al ridicolo e alla pazzia”, osserva il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. “L’ipotesi di un decreto che trasformi le strutture in Albania in centri per il rimpatrio, variando la loro destinazione d’uso, è aberrante”, la tesi di Avs. “Ormai quei centri in Albania vanno riempiti a tutti i costi, di migranti intendo, bisogna fingere che la cosa funzioni per davvero”, la critica di Davide Faraone (Iv). Nessun passo indietro, è il ‘mantra’ di Fratelli d’Italia e del governo.
Trasformare i centri per migranti in Albania in Cpr? “Vedremo”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “andremo avanti comunque, non lasceremo il lavoro in Albania”. “Abbiamo già esplorato le opzioni per i centri di rimpatrio, applicabili solo a coloro che non hanno piu’ il diritto di soggiornare nell’Ue. Questi centri dovranno prevedere forti garanzie per gli individui, accordi vincolanti con i Paesi terzi e rispettare sempre i diritti fondamentali e il diritto internazionale”, ha affermato un portavoce della Commissione europea, interpellato sulla conformita’ delle possibili modifiche al protocollo Italia-Albania sulla migrazione rispetto al diritto Ue. A marzo la Commissione presentera’ una proposta legislativa sui rimpatri e ha fatto sapere di essere in contatto con le autorità italiane per seguire “l’attuazione del protocollo” Italia-Albania. (AGI)