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MES sanitario, un “piatto avvelenato” dell’Europa, che piace solo al PD

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Da Redazione

La Commissione europea ha fatto la prima emissione di titoli per finanziare il meccanismo Sure ( Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency ). Si tratta di prestiti per un ammontare massimo di 100 miliardi che l’Europa concede ai paesi membri per finanziare improvvisi aumenti della spesa pubblica volti a preservare l’occupazione (come la nostra cassa integrazione).

Come per il fondo Mes, la logica del Sure è che la Commissione si finanzia a tassi estremamente bassi approfittando del suo status privilegiato, per poi trasferire i fondi ai paesi membri a tassi più convenienti di quelli che potrebbero ottenere finanziandosi sui mercati. Il vantaggio principale del ricorso a questi strumenti è dunque rappresentato dal risparmio in interessi. L’emissione è stata un successo. A fronte di titoli emessi per 17 miliardi, la domanda degli investitori è stata di 223 miliardi (13 volte superiore) e il tasso dei titoli a 10 anni del -0,26 per cento.

Il successo dell’operazione non è una sorpresa. La pandemia ha creato una massa enorme di risparmio, in parte forzoso (molte attività e settori continuano a funzionare ben al di sotto dei livelli normali) e in parte di precauzione: l’ampiezza della crisi è tale che imprese e consumatori sono riluttanti a spendere e aspettano che almeno parte dell’incertezza venga meno.

L’altra  notizia della settimana è che il goveno spagnolo ha ribadito la propria intenzione di non ricorrere al Mes e soprattutto ha annunciato che tra il 2021 e il 2023 non domanderà la quota di prestiti del Recovery Fund, ma solo la quota di trasferimenti.

La differenza tra Sure e Mes

Mentre il Sure è regolato dalle norme sulla solidarietà europea a fronte di eventi straordinari (come ad esempio un terremoto), il Mes è un meccanismo il cui scopo principale è salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro e quindi ha maggior potere di ingerenza ex post negli affari degli stati membri.

Anche per le condizioni di utilizzo il Sure sembra essere meno problematico: è chiaro fin dall’inizio su quali poste si potranno spendere i fondi (cassa integrazione, formazione etc.), mentre per il Mes il generico requisito di utilizzare i fondi per spese legate direttamente o indirettamente alla sanità fa probabilmente temere lunghe controversie con la Commissione su quali spese siano finanziabili.

« The proof of the pudding is in the eating », dice un noto proverbio inglese: la prova del budino è nel mangiarlo.

Al di là delle polemiche su cui ci dilaniamo da mesi, sembra ormai chiaro che in Europa nessuno voglia mangiare il budino del Mes e sappiamo che il consumatore ha sempre ragione. Nel nostro Paese tutti d’accordo a non richiedere i fondi, tranne il partito democratico che malgrado il dissenso del suo Ministro delle Finanze Gualtieri continua a chiedere che i fondi del MES sanità siano richiesti all’europa. Loro vogliono mangiare il “boccone avvelenato” che l’europa Vuol metterci nel piatto.

Stralci dell’ articolo sono tratti dal quotidiano “Domani”

 


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