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Mattarella: morti bianche e salari bassi piaga da affrontare

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(dall’inviato Nicola Graziani) – No, non si può tollerare: più di mille morti l’anno, in questo 2025 sono già diverse centinaia. Centinaia di vittime, e dietro ogni vittima c’è una tragedia collettiva, famiglie distrutte, “consegnate alla disperazione” da un lavoro che “consegna alla morte”. Sergio Mattarella non usa mezze parole nel puntare l’indice contro “una piaga che non accenna ad arrestarsi”. Chiede sicurezza, chiede con la stessa forza migliori trattamenti salariali – anche per i migranti – mette infine in guardia: i dazi possono produrre effetti negativi persino sulla salute dei singoli, nei paesi meno ricchi ma anche in Italia.
Lo ascoltano, mentre parla, le autorità della Bsp Pharmaceuticals e del polo d’eccellenza dell’industria farmaceutica pontina, che il Capo dello Stato ha scelto di visitare proprio per celebrare, con un paio di giorni d’anticipo, la Festa del Lavoro. C’è anche Marina Calderone, ministro competente, che ha appena promesso “l’impegno del governo per produrre norme e azioni efficaci”.
Per il Presidente “non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione”. Anzi: “è evidente che l’impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato. Riguarda le istituzioni, le imprese, i lavoratori”.
Soprattutto è necessario riscoprirne la natura. Deve essere, infatti, “indice di sviluppo, motore di progresso, strumento per realizzarsi come persona”. Proprio così: “non può separarsi mai dall’idea di persona, dall’irriducibile unicità e dignità di ogni donna e di ogni uomo”.
In una Repubblica che pone il lavoro come momento fondativo della sua stessa esistenza, esso “è radice di libertà, ha animato la nostra democrazia, ha prodotto eguaglianza e, dunque, coesione sociale”, ricorda ancora Mattarella, “richiama e sollecita la corresponsabilità, la solidarietà. Il lavoro è stato il vettore più potente di giustizia, di mobilità sociale, di costruzione del welfare”.
Si riscoprano le radici del bene comune, chiede il Capo dello Stato, anche perché “si affacciano nuovi rischi, derivanti dalle prospettive di ampio ricorso ai dazi, antica forma di prove di forza, che possono ostacolare il diritto all’accesso alle cure, alla salute, per ogni popolo del mondo, specialmente i più poveri e fragili”. E non si creda che si tratti solo di lontani equilibri internazionali, perché sono “prospettive che, inoltre, producono effetti negativi sull’economia globale. Effetti che possono interpellare anche il nostro Paese”.
Un Paese dove “si registrano, in questo periodo, segnali incoraggianti sui livelli di occupazione” ma dove “permangono aspetti di preoccupazione sui livelli salariali, come segnalano i dati statistici e anche l’ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro”. Salari che, nel lungo periodo, tendono a restringersi in termini reali, il che contrasta con altre tendenze in crescita come quella della produttività. Eppure “le questioni salariali sono fondamentali per la riduzione delle disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso”.
Detto in sintesi: “Tante famiglie non reggono l’aumento del costo della vita. Salari insufficienti sono una grande questione per l’Italia”. Basti, a riguardo, un solo esempio: i salari bassi “incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro. Resta, inoltre, alto il numero di giovani, con preparazione anche di alta qualificazione, spinti all’emigrazione”. E a sopperire al calo demografico ”non bastano le migrazioni dall’estero”. Tanto più che gli stessi migranti subiscono un trattamento salariale inadeguato. Anche qui occorre intervenire, dice il Capo dello Stato: “Il trattamento dei migranti – con salari che, secondo l’Oil, risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali – se non con fenomeni scandalosi come il caporalato, va contrastato con fermezza”.
Lo chiedeva, fino a un attino prima di morire, Papa Francesco: “Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano”. Anche questa è una parte della sua eredità che non va dimenticata.(AGI)
NIC