A novant’anni, dopo una vita sul palcoscenico a cantare canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana, Ornella Vanoni decide di raccontarsi in un libro scritto a quattro mani con un giovane collega, Pacifico, in arrivo in libreria dal 6 maggio: ‘Vincente o perdente’ (La nave di Teseo, Collana Oceani; pagg. 176 – 18 euro).
“È sempre stato il mio nome, Ornella. Ma ora mi sembra finalmente di averlo scritto di mio pugno”, scrive la cantante parlando del libro che è più un diario sentimentale che una autobiografia. Pacifico incontra Ornella Vanoni, e nasce questo libro-confessione, in prima persona, intimo coinvolgente. In ogni pagina il pensiero, le emozioni raccolte e raccontate da una donna e artista incomparabile. “Ho avuto una vita difficile, dolorosa. E bella, bellissima. E gioiosa. Ho avuto tutto”, dice la Vanoni. Tutta la fragilità e tutta la determinazione che l’hanno resa un’icona per generazioni diverse. La malinconia, che predilige purché non si degradi diventando tristezza. O peggio ancora, depressione. Lo humour, inesorabile. Le mille facce incontrate, che ancora vede intorno a sé chiudendo gli occhi. L’amore, sempre, fino all’ultimo minuto. Il ritratto fedele di una donna che, tra un passo cauto e un salto nel vuoto, ha sempre scelto di saltare in avanti.
Una vita davvero piena e ricca di soddisfazioni. Nata a Milano il 22 settembre 1934, figlia di un industriale farmaceutico, dopo avere studiato dalle Orsoline, frequenta diversi collegi in Svizzera, Francia e Inghilterra con il desiderio di diventare estetista. Tornata a Milano si iscrive nel 1953 all’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler e ne diviene l’allieva prediletta, nonché la compagna. Il grande regista e autore per lei inventa le “canzoni della mala”. Presto incontra Gino Paoli e si avvicina al cantautorato genovese. Per il suo ruolo da protagonista ne ‘L’idiota’ con la regia di Achard vince il premio San Genesio come migliore attrice rivelazione del teatro italiano. Negli anni ’70 incontra Sergio Bardotti con cui realizza dischi memorabili come ‘La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria’ assieme al cantautore brasiliano Vinícius de Moraes e al chitarrista Toquinho.
A New York, negli anni ’80 collabora con jazzisti americani del calibro di Herbie Hancock e Gil Evans. Vince il premio Tenco nel 1981 e la Targa Tenco nel 1984. Nella sua lunga carriera ha collaborato, tra gli altri, con Fabrizio De André, Lucio Dalla, Luigi Tenco, Gino Paoli, Giorgio Conte e Claudio Baglioni, Paolo Fresu, Giuliano Sangiorgi, Francesco Gabbani, Renato Zero, Pacifico, Carmen Consoli, Elodie, Mahmood.
Il libro-confessione arriva oggi in libreria grazie al contributo di Pacifico, nome d’arte di Luigi De Crescenzo, musicista, autore, cantautore e scrittore nato e cresciuto a Milano che ha scritto per i più grandi cantanti italiani e ha pubblicato sei dischi e un EP a suo nome. Nel 2001 gli viene assegnata la Targa Tenco Opera Prima per l’album omonimo ‘Pacifico’. E la Targa Tenco Miglior Canzone nel 2015, per il brano ‘Le storie che non conosci’, scritto e interpretato con Samuele Bersani, e che vede la partecipazione di Francesco Guccini. Partecipa al Festival di Sanremo nel 2004, con ‘Solo un sogno’, che vince il premio per la miglior musica. E nel 2019, assieme a Ornella Vanoni e Tony Bungaro, con ‘Imparare ad amarsi’, premio per la migliore interpretazione. Ha scritto musica per il cinema – ‘Sud Side Story’, ‘Genitori Vs Influencers’, ‘Zamora’ – e due sue canzoni sono incluse nella colonna sonora di ‘Ricordati di me’, di Gabriele Muccino. Ha scritto e messo in scena un monologo teatrale, ‘Boxe a Milano’. I suoi romanzi, ‘Ti ho dato un bacio mentre dormivi’ (2020) e ‘Io e la mia famiglia di barbari’ (2022), sono pubblicati da La nave di Teseo. (AGI)
CAU