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Le tasse di Draghi e il gioco delle tre carte.

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di Ettore Minniti

Il “gioco da strada” più conosciuto in assoluto è il gioco delle tre carte: un mazziere mescola tra loro due carte nere ed una rossa. Lo scommettitore deve cercare di seguire quella rossa e scommettere circa la sua posizione.
Apparentemente un gioco d’abilità visiva, semplice.
Si tratta in realtà di una truffa, ciò significa che il giocatore è impossibilitato a vincere.
Ciò che veramente conta, sia nelle truffe che nell’Illusionismo, è l’arte di creare un solido impianto psicologico all’interno del quale tale “artificio” scompare.
Ci sono almeno 5 personaggi che ruotano intorno al tavolino: il “mazziere”: colui che mescola le carte e dirige il gioco; due “compari”: sono finti giocatori che fomentano il pollo e contribuiscono a creare confusione; un “palo”: è il compare che fa da sentinella e non solo; il “pollo”: la vittima. Lo sprovveduto passante che viene adescato gioco in prospettiva di un facile guadagno.
Mutuando questa metafora, appare chiaro che il ‘mazziere’ Mario Draghi sembra voler farci vincere facilmente, tant’è che ha detto che per quest’anno prevede un calo della pressione fiscale sulle spalle degli italiani. Circostanza che non si realizza da 6 anni. È una pia illusione.
Egli ha tenuto a sottolineare l’importanza di una comunione di intenti tra il suo esecutivo (i due compari) e i sindacati (il palo). Ammaliante il suo discorso, da applausi: “siamo qui per fare quello che serve all’Italia, non per stare fermi e siamo qui per farlo insieme a voi, alle parti sociali”. E ha continuato: “Il Governo si è mosso con rapidità per tutelare i lavoratori di fronte alle molte crisi di questi anni. Abbiamo introdotto l’assegno unico per i figli e con la riforma dell’IRPEF abbiamo sostenuto i redditi delle famiglie, soprattutto le più deboli. Questi maggiori trasferimenti valgono a regime quasi 14 miliardi di euro e rendono il nostro sistema fiscale più razionale e progressivo.”
Francamente il contribuente medio italiano (il pollo) non si è nemmeno accorto di questi benefici.
“Prevediamo che la pressione fiscale quest’anno cali di 0,4 punti percentuali rispetto all’anno scorso, la riduzione più consistente degli ultimi sei anni” ha affermato Draghi.
Da una parte Mario Draghi rassicura i sindacati, spiegando che il Def non è il Vangelo ma “un documento programmatico che va riempito di contenuti”, tra questi la riforma delle pensioni che sarà proposta il prima possibile, anche a fronte della necessità di sostituire Quota 102 con una nuova misura da partire da gennaio 2023. Dall’altra parte si parla già di una patrimoniale. Un prelievo forzoso, come ipotizzato anche nello scorso periodo sul modello di quanto avvenne nella notte tra il 10 e l’11 luglio 1992 dopo un decreto d’urgenza firmato dal governo Amato. Occorre ripagare il debito relative alle spese militari, aumentante in questo momento storico con la guerra in Ucraina. Pertanto, davanti a una crisi che sta colpendo soprattutto le famiglie più povere, occorre rivedere la politica della redistribuzione.
A fronte di tutto ciò, sembra mancare una vera e seria lotta all’evasione fiscale. Detto in parole semplici, l’Italia è uno dei paesi UE con la più alta evasione fiscale.
“Carta vince, carta perde: puntare”. Nel frattempo il mazziere, tramite la tecnica del rovesciamento messicano, scambia la carta con un’altra nell’atto di rigirarla. Ovviamente questa mossa (molto complessa) rende fisicamente impossibile trovare la carta vincente, mentre il ‘contribuente/pollo’ ha già puntato su quella sbagliata, perdendo tutto quello che ha!