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La prova di incoerenza del Pd sulle riforme

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di Nicola Drago*

La proposta di premierato della maggioranza, dopo l’iter in commissione di cui vi abbiamo raccontato nei mesi scorsi, questa settimana è giunta in Senato per la discussione e la votazione.

Anche questa volta purtroppo, lo spettacolo offerto dal nostro parlamento è desolante.

La maggioranza, per la fretta di ottenere un’approvazione da giocarsi alle elezioni Europee del 6-9 giugno, ha presentato un modello di premierato gravemente incompleto. Mancano, come ioCambio lamenta da mesi, elementi fondamentali: i) i principi con cui si elegge il premier (noi da sempre sosteniamo che vada fatto con due turni e ballottaggio), ii) come si elegge il parlamento, iii) quale il legame tra conformazione della maggioranza in parlamento e premier (per evitare il disastro del premierato israeliano del ’92-’97). Insomma tutti temi fondamentali, che andavano smarcati prima e che, diversamente da quanto sostengono illustri membri del governo, non possono essere demandati alla sola legge elettorale, ma devono essere inseriti in Costituzione, quindi nel testo di riforma.

Dal canto loro, le opposizioni tengono un atteggiamento altrettanto sconfortante.

Gigantesca prova di incoerenza da parte del PD che continua a gridare al rischio di deriva autoritaria e di attacco al Presidente della Repubblica, dimenticando che modelli molto simili all’attuale premierato (allora si chiamava “Governo del Primo Ministro”) erano promossi dall’Ulivo (tesi programmatica numero 1) e dalla Bicamerale D’Alema (relazioni Salvi e Bertinotti/Cossutta), oltre che da diversi parlamentari della sinistra più di recente.

I gruppi di opposizione in generale, pur di evitare una discussione nel merito e scampare il rischio di mostrare “las verguenzas” -come dicono gli spagnoli- e le loro profonde incoerenze, hanno presentato 2.600 emendamenti e inscenato una protesta in aula brandendo la costituzione.

In questa caciara irresponsabile e nel labirinto dei conflitti di interessi dei partiti, crediamo che il ruolo di ioCambio di presidio, divulgazione e informazione assolutamente indipendente, sia ogni giorno più prezioso ed importante. Per questo continuiamo a lavorare, accrescendo la nostra community e facendo sentire la nostra voce nelle sedi appropriate.

Voce che, come sapete, sostiene la necessità non più rimandabile di aggiornare il nostro assetto istituzionale per interrompere il declino del nostro paese (68 governi in 78 anni di repubblica, politici che con l’alibi dell’instabilità non si prendono la responsabilità di nulla).

*Presidente e co-fondatore di ioCambio