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IL primo UFO fu avvistato nel 1665?

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fonte@museumsportal-berlin.de/

Nell’aprile del 1665, sei pescatori furono testimoni oculari di un fenomeno celeste inspiegabile: una battaglia aerea sul Mar Baltico vicino a Stralsund, verso sera un disco grigio scuro apparve sopra il centro della città. “UFO 1665” è la prima mostra su questo storico avvistamento UFO. Utilizzando fonti di immagini e testi contemporanei, ricostruisce la carriera mediatica dell’evento e rivela i modelli di pensiero e le strategie di comunicazione che ancora oggi determinano l’informazione sui “Fenomeni aerei non identificati” (UAP).

La mostra è una spedizione in uno strano mondo di immagini che si nasconde al pubblico di massa dei musei tra le pagine di vecchi libri o negli archivi. Chi conosce l’arte del XVII secolo solo per le grandi gallerie di dipinti si stropiccia gli occhi per la sorpresa. Si ha l’impressione di entrare in un universo parallelo barocco con strani segni nel cielo, dirigibili, razzi spaziali e dischi volanti.

Tutto ruota intorno a uno dei fenomeni celesti più spettacolari dei tempi moderni: l’8 aprile 1665, alle 14.00, sei pescatori che pescano aringhe al largo di Stralsund osservano come stormi di uccelli nel cielo si trasformino in navi da guerra che ingaggiano fragorose battaglie aeree. Figure spettrali sciamano sui ponti. Quando, verso sera, “una forma rotonda e piatta come un piatto” appare sopra la chiesa di San Nicola, prendono il volo. Il giorno dopo tremano e lamentano dolore.

Trasformazione dei media

La notizia si è diffusa a macchia d’olio sui media. Volantini e giornali facevano a gara tra loro con le versioni e le interpretazioni più diverse. Soprattutto le convinzioni religiose hanno determinato la trasformazione mediatica dell’evento. La gente non poteva sapere che si trattava di un riflesso atmosferico di una battaglia navale che infuriava dietro l’orizzonte. Vivevano nella convinzione che l’universo fosse governato da un dio in grado di proiettare nel cielo le visite imminenti. La Battaglia dell’Aria è stata anche interpretata come un “prodigium” (latino per “portentoso”).

Allo stesso modo, il design delle immagini del XVII secolo ha avuto un’influenza significativa sulla trasformazione mediatica della Battaglia dell’Aria. Le visioni futuristiche dei dirigibili, di cui la gente del XVII secolo era entusiasta, giocarono un ruolo speciale. Più di 100 anni prima del primo volo in mongolfiera con equipaggio, Francesco Lana Terzi (1631-1687) aveva pubblicato il progetto di un’imbarcazione volante trasportata da sfere sottovuoto, che fece scalpore in tutta Europa. Il fatto che il progetto non sia mai stato realizzato non ha smorzato l’euforia. Si sognava di conquistare lo spazio aereo.

Il potere dei miti

Un altro tema della mostra è il potere dei miti: quando il 19 giugno 1670 un fulmine colpì proprio la chiesa di San Nicola, sopra la quale il disco era apparso minacciosamente cinque anni prima, il fenomeno celeste fu interpretato a posteriori come un segno dell’ira di Dio. Le descrizioni e le rappresentazioni contemporanee dell’evento evocavano un misterioso collegamento con la distruzione di Babilonia da parte di una gigantesca macina, come descritto nell’Apocalisse di Giovanni.

Tuttavia, l’immagine collettiva della battaglia aerea su Stralsund non è solo plasmata dai media, dalle credenze, dai disegni e dai miti dell’epoca barocca. Rivela anche ciò che all’epoca non si poteva immaginare. Nessuna fonte del XVII secolo menziona gli extraterrestri in relazione a fenomeni celesti inspiegabili, sebbene l’immaginazione umana fosse già da tempo arrivata a immaginare spedizioni su pianeti abitati e relativi sistemi di propulsione. Perché, tuttavia, nessuno abbia avuto l’idea che gli extraterrestri potessero apparire nei nostri cieli con macchine volanti è uno dei tanti misteri che la mostra cerca di risolvere.

Escursione nel presente

Al termine di questa indagine storico-culturale e mediatica, segue un’escursione nel presente. L’attenzione si concentra sui video e sulle segnalazioni di avvistamenti di misteriosi “Fenomeni aerei non identificati” (UAP) da parte delle forze armate statunitensi, che sono diventati virali nel 2019 e sono persino finiti sulla copertina di un numero di Der Spiegel due anni dopo. La gamma di interpretazioni discusse è follemente ampia. Si tratta di fenomeni naturali fisicamente spiegabili, di droni superiori ad alta tecnologia di produzione cinese o russa, di extraterrestri o addirittura di visitatori dal futuro? Nemmeno la NASA e il Pentagono sembrano averne idea. Una cosa è certa: i fattori che sono stati decisivi per la carriera mediatica di “UFO 1665” non hanno perso nulla del loro potere fino ad oggi.