Di Anna Paola Concia su Il Foglio
La sentenza della Suprema Corte inglese sulla diversità tra le donne biologiche e le donne transessuali, prende le mosse da quell’insopprimibile dato di realtà che è la biologia. E noi italiani, care amiche e amici, dovremmo evitare di farci sempre riconoscere, facendo crescere un dibattito surreale, che non ha niente a che fare con quello che si è sviluppato in Inghilterra. La sentenza, che arriva dopo un ricorso del 2018 presentato dalle femministe anglosassoni, afferma infatti semplicemente, con riferimento al famoso Equality Act del 2010, che le donne biologiche e le donne trans hanno tutele diverse. Le donne trans continuano ad essere protette dalla legge come è giusto che sia ma, solo per alcuni aspetti, non accedono alle salvaguardie delle donne biologiche. Con la Corte concorda anche la più grande associazione inglese LGBTQ+, Stonewall. Ieri Kishwer Falkner, presidente della Equality and Human Rights Commission, che vigila sulla applicazione dell’Equality Act, ha dichiarato: “È la vittoria del buon senso, a patto che riconosciamo tutti che le persone trans esistono”. Sono d’accordo con lei. Anzi dico che questo potrebbe diventare il nuovo manifesto politico di una sinistra mondiale capace di riappropriarsi di una battaglia giusta, quella sui diritti civili, in modo giusto. Ve lo dico con Alessandra Libutti, che ieri ha detto: “È importante che una sentenza così chiara sia arrivata proprio sotto un governo laburista. Dimostra che una sinistra capace di difendere la realtà, senza piegarsi a un progressismo ideologico e scollegato dal concreto, è possibile. E soprattutto che l’alternativa alla deriva identitaria non deve per forza essere l’estremismo reazionario della destra.”. La sentenza inglese può essere un primo passo per riportare la sinistra mondiale verso una strada che tiene insieme diritti diversi, senza che questi mettano a repentaglio quelli della metà della popolazione, le donne. Torniamo quindi alla alleanza storica tra le donne e le associazioni sui diritti delle persone LGBT+, a quel momento ricco di conquiste. Ricominciamo da lì.