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Il Camerun entra nella galassia russa e sigla un'alleanza difensiva con Mosca

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AGI – Il Camerun entra nella galassia dei Paesi africani che si affidano a Mosca per la propria difesa. È stato firmato nei giorni scorsi, infatti, un accordo di cooperazione militare.

Siglato in tutto segreto è venuto alla ribalta delle cronache in questi giorni e sta già creando parecchie perplessità. Sullo sfondo, infatti, aleggia il fantasma della Compagnia di mercenari russi Wagner.

Il Camerun vive un conflitto aspro, dal 2016, nelle due provincie anglofone del Paese che pretendono l’indipendenza dallo stato centrale e poi deve vedersela con le incursioni, sempre più sanguinose, di Boko Haram nell’Estremo Nord.

Ma veniamo all’accordo. Il testo – siglato dal ministro della Difesa di Yaoundè, Joseph Beti Assomo e dal suo omologo russo, Serguei Choigou – prevede che si proceda allo scambio di opinioni e informazioni in materia di politica di difesa e sicurezza internazionale, lo sviluppo delle relazioni in ambito dell’addestramento congiunto e dell’addestramento di truppe di ingegneria, istruzione, medicina e topografia militare.

Ma non solo. Lo scambio di esperienze di mantenimento della pace e interazione nelle stesse operazioni sotto l’egida della Nazioni Unite. Un accordo a tutto tondo, siglato dai ministri, ma redatto secondo le istruzioni dei due presidenti, Paul Biya del Camerun e Vladimir Putin.

Non è per la verità il primo accordo che il Camerun firma con la Russia. Il precedente risale al 2015 e prevedeva la fornitura di armi e di equipaggiamento per le forze armate camerunensi a sostegno della lotta contro Boko Haram.

L’attuale accordo, molto più ampio e organico, anche se nei termini generico, suscita non poca perplessità proprio perché non specifica, come nel caso del Mali e della Repubblica Centrafricana, la fornitura di armi, ma solo che “altre aree di cooperazione possono essere prese in considerazione”.

Ed è proprio questa clausola che fa discutere e crea perplessità perché nelle “altre aeree di cooperazione” può entrarci l’impiego e il dispiegamento della Compagnia Wagner, mercenari russi già impiegati in aeree di conflitto nel continente africano.

L’accordo, inoltre, spiega molto bene l’atteggiamento del Camerun nei confronti dell’invasione russa in Ucraina. All’assemblea delle Nazioni Unite, che metteva ai voti la condanna dell’intervento militare di Mosca, molti paesi africani si sono astenuti o non hanno partecipato al voto, il Camerun è uno di questi. Il tempismo, inoltre, dell’accordo fa discutere.

Il ministro della Difesa camerunense è volato a Mosca per siglarlo, in tutta segretezza e in pieno conflitto ucraino. Non si doveva sapere, ma la stampa ne ha dato conto. Secondo il sito camerunense, che ha la sua sede all’estero, Mimi Mefo Info, l’accordo è percepito in Camerun come uno sviluppo significativo nella diversificazione dei partner per la difesa nel Paese.

E si fa esplicito riferimento alla Francia. Lo storico e profondo conoscitore della cooperazione camerunense, Serge Soho, non lo nasconde: “Può scuotere la morsa della Francia”.

Insomma, anche in Camerun si sta diffondendo un sentimento anti-francese e la Russia, come ha già fatto in altri paesi africani, tenta di prendersi uno spazio che prima non aveva. In molti leggono questo accordo come un segno di coraggio del regime camerunense davanti alla pressione internazionale, altri, invece, temono che questa nuova alleanza possa avere ripercussioni negative sulla partnership già in atto con gli Stati Uniti in materia di difesa, in particolare con il supporto americano nella lotta contro Boko Haram.

E poi c’è una domanda che inquieta un po’ tutto il paese: come e con qual soldi finanziarie gli investimenti previsti dall’accordo? La risposta rimane sospesa. Il Camerun, come altri paesi del continente, deve far fronte a una crisi alimentare e energetica che rischia di aggravarsi ancora di più nei prossimi mesi.

L’accordo militare con Mosca, getta un’ombra sulla capacità del paese di far fronte alla crisi. Il paese ha già affrontato una grave carenza di prodotti di consumo con la pandemia da coronavirus, crisi che si è aggravata nel contesto dell’attuale crisi russo-ucraina, perché il 50% delle importazioni di grano del Camerun dipendeva proprio da Russia e Ucraina. E, proprio per questo, il governo di Yaoundè ha vietato le esportazioni di una serie di prodotti primari di largo consumo come misura per contrastare le possibili carenze di beni alimentari.

Il divieto interessa la zona orientale del paese, quella confinante con la Repubblica del Congo e la Repubblica Centrafricana, dove i commerci transfrontalieri sono particolarmente diffusi. Le misure di controllo interesseranno, in primo momento, l’esportazione di oli raffinati, farina di frumento, riso, ma anche cemento. Ecco perché molti analisti si chiedono se dirottare denari in un accordo militare sia opportuno in questo contesto di crisi. Ma sullo sfondo, e neanche poi tanto, ci sono le materie prime. Il Camerun possiede una delle più grandi riserve accertate di cobalto al mondo e anche depositi di nichel, manganese e terre rare. Tutto ciò fa gola a Mosca e tutto diventa più chiaro. 

Source: agi


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