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Grano: Kiev e Mosca firmano l’accordo Onu. Ma il porto di Odessa è sotto attacco

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di Ettore Minniti

I romani attribuivano al grano una funzione nutritiva, sacra, sociale. La “lex Sempronia”, voluta da Caio Gracco nel 123 a.C., garantiva la distribuzione di grano ai cittadini a prezzo calmierato. Successivamente la “lex Clodia” stabilì con le “frumentationes” la distribuzione gratuita del grano.

Sempre per i romani, in tempo di guerra, il soldato riteneva essenziale mangiare il pane.

Di facile conservazione e trasporto, il pane rappresentava il cibo simbolico del cittadino soldato, quell’alimento che in tutto il bacino del Mediterraneo, insieme alla frutta secca, identificava colui che viaggiava. Una condizione privilegiata era riservata ai componenti dell’esercito e alla plebe cittadina della capitale, che poteva rivendicare la distribuzione del grano come diritto dell’uomo libero (plebe frumentaria).

In sintesi, il grano rende l’uomo libero.

È con questo auspicio che ci viene dal mondo romano, che guardiamo con ansia, ma con tanta speranza gli accordi di Ankara, tra Kiev e Mosca per riattivare le spedizioni del grano bloccato nei porti ucraini.

Occorre scongiurare una catastrofe alimentare, per questo si auspica che l’accordo che sblocca l’export di cereali, fertilizzanti e altre derrate rimaste ostaggio dell’invasione russa dell’Ucraina possa fattivamente contribuire ad alleviare crisi alimentari nei Paesi più poveri del mondo.

Presenti Guterres ed Erdogan, sono stati firmati gli accordi separatamente e bilateralmente con i mediatori. Impossibile portare i rappresentanti di Mosca e Kiev a sottoscrivere un testo unico.

Avrà validità per 120 giorni e dovrà essere rinnovato, se la guerra non sarà finita.

Oggi c’è un faro sul Mar Nero. Un faro di speranza, possibilità e sollievo in un mondo che ne ha più che mai bisogno”, ha detto Guterres.

Speriamo che si riapra uno spiraglio per la pace”, ha commentato Erdogan.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha esposto 180 milioni di persone al rischio fame.

Serviranno una decina di giorni perché i porti ucraini per essere operativi. Aspettiamo fiduciosi.

Restano comunque tesi i rapporti tra i due contendenti. Mosca ha preteso che le navi siano sottoposte a ispezioni in un porto turco, per accertare che non trasportino armi. L’Ucraina ha chiesto la garanzia internazionale che il Mosca non utilizzerà i corridoi navali per attaccare il porto di Odessa.

Una partita a ping-pong con un rimpallo di accuse reciproche sulle responsabilità del blocco.

Da più parti si sono lanciati strali verso Putin reo di usare la crisi del grano come arma, tenendo in ostaggio decine di milioni di persone nel mondo. Accuse rigettate da Mosca, che addossa la responsabilità del balzo dei prezzi alle sanzioni internazionali.

In conclusione, in araldica la spiga di grano è simbolo di lavoro, simboleggia anche abbondanza, ricompensa al lavoro e soprattutto è simbolo di pace.

Tuttavia, se la revoca del blocco russo dei porti ucraini aveva fatto sperare in una distensione,  l’accodo sul grano è stato violato da Mosca subito dopo la firma, con il raid che ha colpito il porto di Odessa, quella da cui le navi che imbarcano il cereale devono salpare. Da fonti ucraine si apprende che i danni non sono stati gravi, i missili lanciati dai russi hanno fatto saltare una stazione di pompaggio all’interno del porto ma i magazzini di grano non sono stati colpiti e non si lamentano vittime.