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GLI OCCHIALI, UN’INVENZIONE ITALIANA

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di Allegra Bonomi fonte @interessenazionale

In un momento storico in cui è essenziale vederci bene e soprattutto avere le lenti giuste per leggere la realtà, ci piace ricordare che gli occhiali sono proprio un’invenzione italiana e che sono ancora un’eccellenza del nostro paese. Si trovano in Italia, infatti, le aziende di questo settore più importanti al mondo, come Luxottica, Safilo, De Rigo e Marcolin, che attualmente occupano le prime quattro posizioni di mercato.

Parlando di occhiali da vista, non si evidenzia mai abbastanza quanto questa invenzione abbia cambiato il mondo del lavoro, allungando la vita professionale di molti uomini e donne che prima sarebbero stati costretti ad abbandonare l’attività con il peggioramento della vista.

L’idea di rimediare ai difetti visivi era già presente nell’antichità. Si dice ad esempio che Seneca avesse scoperto che gli oggetti risultavano ingranditi se si guardavano attraverso l’acqua posta in un bicchiere di vetro. Furono invece i monaci amanuensi a utilizzare per la prima volta pezzi di vetro deformati per ingrandire i dettagli dei codici miniati, come descriverà il filosofo Ruggero Bacone nel 1262, nei suoi studi sulla rifrazione. Solo più tardi però le lenti cominciarono a essere utilizzate più vicino all’occhio che all’oggetto da osservare.

L’invenzione degli occhiali è attribuita a Frate Alessandro Spina, un domenicano di grande ingegno che, intorno al 1280, studiò la lavorazione del vetro per la fabbricazione di lenti a Venezia e successivamente ne divulgò la tecnica in Toscana. I Capitolari Veneziani dell’inizio del XIV secolo sono i documenti più antichi a riferirsi in modo esplicito all’arte di fabbricare lenti per occhiali e da ingrandimento: nel capitolo XL del Capitolare del 2 aprile 1300, sono elencati, tra gli altri oggetti, lenti di ingrandimento e, per la prima volta,  lenti per occhiali, roidi de botacelis et da ogli e lapides ad legendum. I primi occhiali erano costituiti da due lenti rotonde, tenute insieme da una struttura in cuoio che permetteva anche di legare gli occhiali dietro la testa. Successivamente vennero realizzate montature in ferro o legno e poi anche in materiali pregiati come oro, argento, corno, avorio e tartaruga. Erano però disponibili in un’unica tipologia: con lenti biconvesse per correggere la presbiopia.

In un Capitolare del 1301, nel paragrafo riguardante la Corporazione degli Artigiani del Vetro e del Cristallo di Rocca, si prescrive che coloro che intendono fabbricare “vitreos ab oculis ad legendum” siano iscritti alla Corporazione dei “Cristalleri” e si impegnino a non diffondere all’esterno di Venezia i segreti di quest’arte preziosa. Ciò rafforza la tesi che la produzione fosse ormai avviata e regolamentata da tempo. Infatti già nel 1289, a conferma di come Venezia custodisse gelosamente il monopolio della produzione vetraria, il Consiglio dei Dieci aveva deciso di trasferire tutte le fabbriche di vetro sull’isola di Murano per preservarne la segretezza.

La testimonianza definitiva sulla datazione dell’invenzione delle lenti da vista inserite in una montatura si trova  nei codici Riccardiani, Ashburnhamiano e Palatino, in cui si riferisce della predica che il frate domenicano Giordano da Pisa (o di Rivalto) fece presso la basilica di Santa Maria Novella a Firenze il 23 febbraio del 1306, dove gli occhiali sono elogiati pubblicamente: “[…]non è ancora venti anni che si trovò l’arte di fare gli occhiali che fanno vedere bene, ch’è una delle migliori arti e delle più necessarie che ‘l mondo abbia, ed è così poco che si trovò: arte novella che mai non fu… io vidi colui, che prima la trovò, e fece e favellaigli […]”.

Solo  nel ‘500 furono perfezionate delle lenti per vedere meglio da lontano. Si dice che un Medici, probabilmente Giovanni, il futuro Papa Leone X soprannominato dalla gente comune “il Talpa”, fu ritratto da Raffaello con un paio di lenti correttive concave, che si era fatto costruire per migliorare la vista nel tiro alla selvaggina.

Ci vorranno altri trecento anni per la prima industrializzazione dell’occhiale in Italia, ad opera di Angelo Frescura che nel 1878 aprì la fabbrica a Calalzo di Cadore, dando inizio a quello che oggi è diventato il distretto industriale dell’occhiale.

Ci rende orgogliosi pensare che nonostante il fenomeno della globalizzazione questo sia un settore in cui l’Italia conserva ancora oggi il primato.