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G7: mani libere Trump, no firma dichiarazione G7 Iran-Israele

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Ieri sera si sono ritrovati al bar del resort di Kananaskis per un confronto alla vigilia dei lavori del G7, questa mattina hanno avuto una riunione di coordinamento, al tavolo da una parte il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, dall’altra la premier Giorgia Meloni, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron: i Paesi europei si sono coordinati per far sì che il G7 – iniziato questa mattina sulle montagne rocciose canadesi per parlare nella prima sessione di economia globale – adotti una dichiarazione congiunta al summit per chiedere una de-escalation della tensione tra Iran e Israele.
Contrarietà dei Paesi Ue anche sulla possibilità che Putin abbia un ruolo di mediatore nella crisi della regione.
“Penso che ci sia un consenso a favore di una de-escalation”, ha detto il primo ministro britannico Krier Starmer. “Gli Stati europei presenteranno una proposta di documento finale per sostenere che all’Iran non deve essere permesso di possedere armi nucleari in nessuna circostanza”, ha spiegato Merz. Ma il presidente americano – a riferirlo la Cnn e altri media – non ha voluto firmare la bozza di dichiarazione nella quale si punta a intraprendere la strada del dialogo, sostenendo che Israele ha il diritto di difendersi, che l’Iran non potrà mai possedere un’arma nucleare e rimarcando la necessità di salvaguardare la stabilita’ dei mercati.
Gli Stati Uniti puntano a lavorare per garantire che l’Iran non possa dotarsi di un’arma nucleare, ma l’inquilino della Casa bianca ha glissato sulla possibilità di un coinvolgimento Usa nel conflitto. “Non voglio parlarne”, ha risposto alla domanda di un giornalista, durante un bilaterale avuto con il premier canadese. “L’Iran non sta vincendo il conflitto con Israele”, dovrebbe “riprendere i negoziati prima che sia troppo tardi”, ha affermato. Proprio prima dell’incontro con il padrone di casa il presidente americano ha spiazzato gli alleati anche riguardo ai rapporti con Russia e Cina. “E’ stato un errore escludere” Mosca dal formato del vertice, ha sostenuto, “non avremmo una guerra adesso, e non avremmo una guerra adesso se Trump fosse stato presidente quattro anni fa”. Nessuna possibilità che la Russia possa di nuovo aderire, “troppa acqua è passata sotto i ponti”. E su un ingresso di Pechino: “Non sarebbe una cattiva idea”.
Al G7 “in questi due giorni avremo una discussione aperta e franca, forse non saremo d’accordo su tante cose ma collaboreremo e cercheremo di fare la differenza per i cittadini e il mondo”, ha detto il padrone di casa Carney, aprendo i lavori, “il mondo guarda a noi per la nostra leadership”, ha aggiunto, “siamo – ha sostenuto – a un punto di svolta storico, il mondo è sempre più pericoloso e diviso”.
Mentre Teheran invoca un sostegno di Trump che sarebbe in grado di fermare gli attacchi di Israele con “una sola telefonata”, al G7 si auspica che il presidente americano – elogiato pubblicamente proprio dal primo ministro canadese – utilizzi la sua leadership per ogni sforzo affinché si arrivi ad una “soluzione negoziata”.
Sul tavolo ci sono anche il dossier sull’Ucraina e quello dei dazi. Si registrano ancora distanze, sul rapporto commerciale tra Usa e Ue Merz ha annunciato che insieme al presidente francese e alla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni si punterà a discutere nuovamente con Washington la questione, “non ci sara’ una soluzione in questo vertice, ma forse potremmo avvicinarci a una soluzione a piccoli passi”, ha sottolineato. Oggi Trump vedrà proprio il Cancelliere tedesco oltre che il primo ministro britannico.
Questa sera alla cena dei leader si parlerà poi anche di Ucraina, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – domani sarà a Kananaskis – ha annunciato che discuterà con Trump dell’acquisto di armi americane al vertice del G7. (AGI)
GIL