Nessuno sa cosa accadrà e la cautela è d’obbligo negli ambienti finanziari: il mood è testimoniato dall’estremo grado di volatilità dei mercati degli ultimi giorni e da un certo immobilismo degli operatori. Secondo Robert Tipp, responsabile delle obbligazioni globali presso la società di gestione patrimoniale PGIM, le cui affermazioni sono riportate da FT, “la comunità degli investitori è universalmente in ansia” e infatti “nelle ultime settimane stanno riducendo il rischio e allontanandosi dal credito, dal dollaro e dalle azioni”. Regna un certo pessimismo dopo che ieri è emerso che non ci sono molti segnali sull’ipotesi che Trump possa fare marcia indietro nonostante gli avvertimenti sull’impatto sull’economia statunitense. Anzi, ieri, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha dichiarato che i dazi sarebbero “effettivi immediatamente”. E ha poi aggiunto: “Il presidente vuole assicurarsi che gli americani se la cavino bene, in particolare Main Street: questo è l’obiettivo di queste tariffe. Wall Street andrà benissimo”. Le minacce tariffarie di Trump e le successive inversioni di rotta hanno scombussolato i mercati quest’anno, spingendo al ribasso le azioni statunitensi e mettendo sotto pressione il dollaro e le obbligazioni societarie più rischiose. Il team di JPMorgan che si occupa di reddito fisso ha inviato un promemoria ai clienti con il titolo: “Non sappiamo cosa ci riserva il domani”. Mentre alcuni investitori hanno raccolto i frutti cavalcando la volatilità, il FT rileva che molti gestori di fondi hanno evitato di fare scommesse data l’imprevedibilità del presidente. “Non stanno facendo nulla”, ha osservato Ed Al-Hussainy, analista senior dei tassi di Columbia Threadneedle Investments. In linea di massima, ci si aspetta che Trump sveli le tariffe reciproche sui partner commerciali dell’America, ma gli investitori rimangono incerti sulla loro portata e scala: non è infatti ancora chiaro se offrirà qualche sollievo agli alleati, così come non è chiaro lo scopo finale delle tariffe (per alcuni si tratta di un modo per aumentare le entrate per i tagli fiscali previsti). Il 2 aprile sembra essere un “evento di chiarimento in un modo o nell’altro”, ha dichiarato a FT Christopher Krueger, amministratore delegato di TD Cowen Washington Research Group. “Dovrebbe rispondere alla più grande domanda dei mercati, ovvero se i dazi sono un mezzo per un fine o il fine”.(AGI)