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con un REFERENDUM, gli italiani confermano LA LEGGE SULL’ABORTO DEL 1978

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I quesiti sottoposti al voto popolare furono cinque: per l’abrogazione del fermo di polizia, dell’ergastolo, del porto d’armi, e le due proposte sull’aborto.

Gli italiani si pronunciarono per il mantenimento delle norme.

Il dibattito sull’aborto – come tutti sanno – è ancora in atto in tutto il mondo, ma soprattutto in Italia si presenta in termini veramente conflittuali. Lo ha dimostrato recentemente il tentativo fallito di Giuliano Ferrara di spostare il confronto dalla legge 194, che viene da lui accettata come il male minore, alla difesa della vita nascente in Italia e nel mondo, presentando alle recenti elezioni “una lista di scopo” sulla difesa della vita.
La domanda è la seguente: come mai in Italia è così difficile, per non dire impossibile, impostare su questo tema un dialogo tra punti di vista contrastanti, mantenendosi sul piano della ragione?
La risposta può essere legata al fatto che lo stesso dibattito filosofico tra posizioni che riconoscono la metafisica come possibile e quelle che la negano è impostato come scontro tra fedi e non come confronto tra persone che si misurano con l’evidenza della verità attraverso la ragione.
I metafisici si sforzano inutilmente di elaborare le loro argomentazioni, che prescindono da dati di rivelazione positiva: a loro si risponde solo con il non argomento (tu parli perché hai la fede e la vuoi imporre agli altri) e comunque non si contrastano le loro reali argomentazioni ma solo le presunte intenzioni.
Anche chi si pone all’interno di una religione, spesso, non crede veramente che la sua esperienza (anche se prende inizio da una rivelazione) possa offrire, in termini di ragione, soluzioni legislative valide ai problemi di tutti e presenta come argomenti razionali quelli che a volte sono soltanto articoli del suo credo (per i cattolici, ad esempio, il principio dell’armonia tra fede e ragione).
Rimane così solo la via della contrapposizione tra due fedi opposte e della rispettiva forza come criterio di verità (ha ragione solo chi è più numeroso e ha più voti).

 

Fonte: Cultura cattolica