L’UE deve rafforzare i propri investimenti nell’’utilizzo della biomassa nell’ambito della propria transazione energetica o non raggiungerà i propri obiettivi climatici. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato dalla Chalmers University of Technology in Svezia e pubblicato su Nature Energy. Gli autori hanno condotto la loro ricerca ipotizzando due obiettivi di emissione per il sistema energetico europeo: uno con zero emissioni di anidride carbonica e uno con emissioni negative. Ne è emerso un ruolo essenziale della biomassa in entrambi gli scenari. L’autore principale dello studio, Markus Millinger, spiega: “Una cosa che ci ha sorpreso è stata la rapidità con cui diventa estremamente costoso ridurre la disponibilità di biomassa nel sistema energetico, a causa degli elevati costi delle alternative. Se la biomassa venisse completamente esclusa, i costi del sistema energetico con emissioni negative aumenterebbero di 169 miliardi di euro all’anno, rispetto allo stesso sistema con un livello di biomassa ottimale in termini di costi. Si tratta di un aumento del 20 per cento, che corrisponde approssimativamente al costo dell’esclusione dell’energia eolica.” Se la disponibilità di biomassa fosse limitata all’attuale livello di utilizzo della biomassa nel sistema energetico europeo, il costo aggiuntivo è del 5 per cento rispetto al livello ottimale in termini di costi. “Ma l’aspetto finanziario forse non è il problema più grande”, afferma Markus Millinger. “La difficoltà maggiore potrebbe risiedere nell’ampliare le alternative. Anche con la biomassa nel sistema, espandere l’energia non fossile nella misura necessaria è una vera sfida. Ulteriori restrizioni all’approvvigionamento di biomassa renderebbero la transizione energetica molto difficile, poiché sarebbero necessarie quantità ancora maggiori di altri tipi di energia non fossile”. (AGI)
SCI/PGI