A Navarino, la baia naturale più grande del Peloponneso dove il solleone invita ad un tuffo nel mare azzurro e mitologico, è tutto pronto per il ‘conclave’ dello sport mondiale, quello che eleggerà il decimo presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Le elezioni di domani si preannunciano tra le più intriganti nella storia del Cio. Sette candidati in lizza e con il trascorrere dei minuti l’atmosfera di mistero, segretezza e suspense si intensifica sempre di più. Il sistema di voto dal 1925, quando il primo successore del barone Pierre de Coubertin, fondatore del movimento olimpico, non è cambiato. I ‘cardinali’, ovvero i membri del Cio – sono 109 ma c’è qualche defezione e per questo il presidente sarà eletto con 49 voti – prima di accedere in sala devono lasciare all’esterno i dispositivi elettronici, a partire dal fido telefonino. La Sessione elettiva del Cio viene paragonata al ‘conclave papale’ nella Cappella Sistina. La votazione avviene in una serie di turni fino a quando uno dei candidati non raggiunge la maggioranza assoluta. Se non si raggiunge il quorum al primo turno, il candidato con il minor sostegno viene eliminato e il processo continua fino a quando non verrà eletto il successore di Thomas Bach. Nella storia non si è mai andato oltre al secondo turno. I membri del Comitato Olimpico Internazionale sono personalità provenienti da tutto il mondo, ci sono reali, ex atleti di spicco, direttori sportivi, presidenti di federazioni internazionali e leader politici. Sarà il primo ‘conclave’ anche per i tre membri italiani, Ivo Ferriani, Giovanni Malagò e Federica Pellegrini. Il loro vale un voto come quello del Principe Alberto II di Monaco, della Principessa Anna di Edimburgo o del Granduca di Lussemburgo. Proprio come i cardinali, i membri del Cio non possono rivelare per chi hanno votato. La riservatezza è un pilastro fondamentale del processo che lo trasforma in un vero e proprio ‘gioco di intrighi’, con lobby, promesse e tradimenti. Altra curiosità, i membri Cio non votano fino a quando in corsa c’è un candidato del proprio Paese. Serve per garantire l’imparzialità. Al Cio, come nel conclave papale, i risultati di ogni turno vengono tenuti segreti fino all’annuncio del vincitore. Altra similitudine: al conclave i cardinali devono avere meno di 80 anni per votare per il Papa, al Cio il presidente eletto deve avere meno di 70 anni con possibilità di un’estensione di quattro anni. Dei sette candidati attuali, il britannico Sebastian Coe (67) è l’unico la cui età gli impedirebbe di svolgere un mandato completo. Se eletto, poi servirà una modifica. I candidati sono Sebastian Coe, numero uno dell’atletica leggera mondiale ed ex due volte campione olimpico dei 1500 metri, Kirsty Coventry, plurimedagliata olimpica nel nuoto (7 medaglie) e ministro dello sport dello Zimbabwe, Juan Antonio Samaranch Jr., spagnolo, vicepresidente del Cio, David Lappartient, francese, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, il principe Feisal Al Hussein di Giordania, Morinari Watanabe, giapponese, presidente della Federazione Internazionale di Ginnastica e Johan Eliasch, svedese, magnate degli affari e presidente della Federazione Internazionale di Sci e Snowboard. Con il trascorrere delle ore, tra incontri ‘segreti’, telefonate, messaggini, promesse dell’uno o dell’altro candidato, rapporti geopolitici e di amicizia, pare profilarsi una sfida a tre, ovvero tra Samaranch Jr., Coe e Coventry. Ognuno dei tre entrerebbe nella storia. Samaranch Salisachs emulerebbe suo padre Juan Antonio Samaranch e diventerebbe il primo padre e figlio a guidare il Cio. Coe sarebbe il primo britannico a raggiungere la presidenza. Coventry, 41 anni, molto vicina a Thomas Bach, non sarebbe solo il più giovane presidente ma avrebbe il privilegio di essere la prima donna presidente dello sport mondiale e la prima dell’Africa. A confermare che Navarino è stato luogo di epiche ‘battaglie’ e momenti storici basta andare al sito che ricorda la battaglia navale del 1827, scontro decisivo nella guerra d’indipendenza greca che segnò il declino dell’Impero ottomano. Domani pomeriggio nel mega hotel-fortezza sarà una ‘battaglia’ per guidare lo sport nel nuovo futuro, tra intelligenza artificiale, ammissione di atleti transgender alle gare assolute, la soluta piaga del doping, cambiamenti climatici (incidono per l’assegnazione dei Giochi soprattutto invernali) e conflitti con la mission di cercare di restare fedeli ai principi olimpici. La notte prima della 144esima Sessione sarà ufficialmente tranquilla ma in realtà non sarà proprio così: nelle stanze del lussuoso hotel di Navarrino si deciderà il nuovo presidente. (AGI)
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