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Cinema: Mastronardi, ‘Elio’ parla al bambino che abbiamo dentro

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“Quando lavoriamo con il doppiaggio guardiamo soltanto le parti che noi doppiamo, quindi l’intera visione io l’ho avuta ieri ed ero lì e piangevo praticamente da metà film in poi perché comunque parla un po’ a tutti noi. Anche se il mondo magico Pixar prende immagini e personaggi per bambini, in realtà parla al bambino che abbiamo anche noi adulti dentro”. Lo ha affermato Alessandra Mastronardi durante la conferenza stampa di ‘Elio’, il nuovo film della Disney e Pixar, che uscirà domani 18 giugno nei cinema italiani. L’attrice ha doppiato la voce del personaggio di Zia Olga. Come è tipico della Disney, anche “Elio” non è un semplice cartone animato per bambini, ma tocca tanti temi e tutti attualissimi, che parlano di guerra e pace, solitudine e condivisione, pianeta Terra e Spazio e di maschile e femminile. “Il tema della solitudine dell’essere in un posto che non si riesce a capire quale sia casa, il sentirsi sempre quasi usurpatore di un posto che non è il tuo, chiedere se appartieni al posto in cui sei è un tema forse universale. C’è una frase alla fine che dice ‘non sei unico, non sei solo, sei speciale’ e quella parte lì è come se fosse un messaggio a tutti i bambini. Avere un film dove ogni bambino può sentirsi speciale perché è unico e non è solo penso che sia forse uno dei messaggi più belli che la Pixar potesse mandare”. Rispondendo ai giornalisti ha poi aggiunto: “La Pixar è sempre stata molto attenta, soprattutto in questo periodo, a ribaltare un po’ i ruoli, a lanciare messaggi di insegnamento anche per i più piccoli dove la figura della mamma e del papà sono figure che si possono cambiare. E probabilmente la famosa parità, che tutti quanti cerchiamo di avere oggi, deve iniziare da là, non è solo dall’istituzione, ma proprio dalla società più piccola che c’è, la società della famiglia, dal rapporto che c’è dentro casa, è quello che deve essere il primo vero esempio di parità, dentro casa, di madre e padre, e poi da lì si estende a più larga scala. Ma è giusto che Pixar, come Disney faceva negli anni ’40-’50, riscriva il messaggio, riscriva la realtà”. (AGI)
RMK/PGI