“È necessario ritrovare con le Istituzioni il clima di ascolto sereno indispensabile a garantire al settore un buon equilibrio nell’assegnazione dei sostegni pubblici che consentano al nostro cinema di continuare a esistere in un sistema dominato dai colossi della produzione di contenuti globali omologati. In questa prospettiva il cinema ha bisogno di un’unità di vedute bipartisan da parte delle forze politiche di governo e di opposizione e non deve diventare oggetto di scontro politico”. E quanto scrive in una nota l’Associazione nazionale autori cinematografici che esprime “la massima solidarietà a Elio Germano, Geppi Cucciari e Pupi Avati, che continuano a subire attacchi di ogni tipo per aver criticato il ministro della Cultura Alessandro Giuli”.
L’Anac auspica poi “che si possa ristabilire quel rapporto dialettico necessario per risolvere le questioni che riguardano il settore e che sono diventate pressanti”. Secondo l’Associazione “diventa di estrema attualità” poi “creare un organismo di governance del settore di natura più tecnica e con una rapidità di intervento superiore a quella di un ramo ministeriale”. L’Anac è convinta “da sempre” della costituzione di “un Centro Nazionale del cinema e dell’audiovisivo, i cui organi non siano di esclusiva nomina governativa, e propone di avviare un confronto costruttivo sia per la definizione normativa che per l’organizzazione della struttura. Nelle attuali condizioni emergenziali questo confronto non deve però allungare i tempi per affrontare le attuali criticità”, aggiunge la nota.
È indispensabile intervenire subito, secondo l’Anac, “con quattro provvedimenti strutturali d’urgenza: 1. Moratoria sulle nuove regole del tax credit per i film di budget sotto i 3 milioni. 2. Inserimento dei tetti al tax credit per film, serie e società. 3. Attribuzione all’Istituto del Commercio Estero delle competenze economiche del tax credit per l’attrazione in Italia delle produzioni straniere al fine di liberare le risorse attualmente utilizzate per i film stranieri assegnandole ai sostegni automatici ai film italiani. 4. Applicazione di finestre più lunghe (non inferiori a 90 giorni) per gli sfruttamenti dei film italiani e stranieri successivi a quelli della sala”.
Sono queste le proposte che Anac indirizza al Governo per placare le polemiche dei giorni scorsi “nella prospettiva di un dialogo costruttivo senza pregiudiziali e in funzione esclusiva della ripresa delle attività produttive e dell’occupazione”. “Le logiche che regolano questo sistema – scrive ancora l’Anac – sono insostenibili per alcuni e difendere il cinema indipendente, artigianale, d’autore prodotto da imprese di medie e piccole dimensioni (come quelle che hanno reso importante tutta l’economia del nord-est) è l’obiettivo primo dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici”. (AGI)
CAU