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Biodiversità: esperti, alcuni habitat danneggiano ecosistemi

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Il ripristino di determinati habitat in certi paesi della terra potrebbe portare al danneggiamento di importanti ecosistemi in altre parti del mondo, con un risultato netto negativo per la biodiversità globale. È quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Cambridge e pubblicato su Science. I ricercatori hanno analizzato in che modo la realizzazione di aree protette in alcuni Stati potrebbe influire sulla biodiversità globale applicando dati reali su cibo e biodiversità a due ipotetici progetti di conservazione. Hanno scoperto che il ritorno alla natura di una vasta area di piantagioni di soia brasiliane sposterebbe la produzione in nazioni come l’Argentina e gli Stati Uniti, ma poiché il Brasile è così importante per la biodiversità, i guadagni in termini di conservazione locale potrebbero essere circa cinque volte maggiori dei danni causati dallo spostamento. Il contrario sarebbe vero se l’equivalente area di terreno agricolo del Regno Unito fosse riconsegnata la natura. In questo caso, la produzione verrebbe spostata in Australia, Germania, Italia e Ucraina. Poiché il Regno Unito ospita meno specie rispetto agli altri paesi, il danno derivante dalla compensazione potrebbe essere cinque volte maggiore del beneficio locale per la biodiversità britannica. Gli esperti propongono diversi modi per risolvere il problema. Invitano i governi e il settore della conservazione a prendere molto più seriamente la questione della compensazione tra benefici e danni alla biodiversità globale quando elaborano politiche ambientali a livello nazionale e globale. Sottolineano inoltre che le perdite potrebbero essere ridotte se i progetti di conservazione collaborassero con altri progetti in diverse parti del mondo. C’è margine per limitare le perdite concentrando la conservazione in aree ad alta biodiversità ma dove la produzione attuale o potenziale di cibo o legname è limitata. (AGI)