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Barnard trapianta il cuore di un uomo di colore ad un bianco

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Il 2 gennaio è il 2º giorno del calendario gregoriano. Mancano 363 giorni alla fine dell’anno (364 negli anni bisestili). È uno dei 3 giorni in cui la Terra si può trovare più vicina al Sole (perielio).

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Christian Barnard fu il primo medico a sostituire il cuore malandato di un uomo con un altro cuore di una persona deceduta. Questo fatto avvenne per la prima volta la notte del 3 Dicembre 1967 a Città del Capo ( repubblica sudafricana ). Il primo uomo a cui venne trapiantato il cuore si chiamava Louis Waschkansky, che morì 18 giorni dopo l’intervento, per polmonite. Quel primo cuore nuovo ha determinato anche una svolta mediatica: era la prima volta che l’opinione pubblica prendeva coscienza dei trapianti. Barnard comunque non si fermò e il 2 Gennaio 1968 trapiantò, a Città del Capo, il cuore di un nero ad un dentista bianco ( davvero clamoroso perché si era in pieno regime di apartheid ). Blaiberg sopravviverà poi per 20 mesi. A 27 giorni dal secondo trapianto Barnard viene ricevuto da Paolo VI e poi dal Presidente Pertini. La fama che circonda Barnard è improvvisa e travolgente, i riconoscimenti si moltiplicano. Dopo un po’ però comincia a declinare l’entusiasmo per i trapianti. Dal 1974 solo Barnard continua a credere nei trapianti, visto che negli ultimi anni erano molto diminuiti. In un suo intervento tenta la strada del doppio cuore, cioè lasciando nel petto del paziente il cuore malato e trapiantandone uno nuovo di una bambina di dieci anni, morta in un incidente stradale. È un fallimento ma Barnard non si ferma. Nel giugno del 1977 tenta una nuova impresa con un doppio cuore; stavolta il nuovo è un cuore di babbuino: la paziente si chiama Marilena Mattiuzzo un’italiana di 26 anni. Sopravvive solo poche ore. Barnard viene accusato di aver fatto un nuovo inutile esperimento. Dopo qualche mese ritenta, questa volta con un cuore di scimpanzé. Altro fallimento. Dopo i primi trapianti iniziarono a sorgere delle idee fantascientifiche sulla possibilità addirittura di trapiantare la testa. A questo eccezionale trapianto ci lavora da molti anni Robert J. White, un neurochirurgo che dice di aver ottenuto dei buoni risultati con le scimmie. Staremo a vedere. Infine è bene dare uno sguardo al futuro ed evidenziare i problemi che ci sono per trovare dei donatori, come ci conferma l’AIDO (associazione italiana donatori organi ). Comunque grazie al primo trapianto fatto da Barnard si sono fatti grandi passi avanti e speriamo che un giorno il trapianto possa diventare un’operazione senza molti rischi