“Anche per effetto della restrizione monetaria attuata dalla BCE, nell’attuale contesto il differenziale tra i tassi di interesse sul debito pubblico e la crescita del PIL nominale è meno favorevole che nel recente passato; permangono inoltre i costi assai significativi per la finanza pubblica di misure decise negli 20 anni precedenti”. Lo ha detto il vice capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia Andrea Brandolini nel corso della sua audizione in Senato sulla manovra di fronte alle Commissioni Bilancio congiunte.
“La decisione di attuare una manovra espansiva, associata a un piano di privatizzazioni, implica pertanto – ha aggiunto – che il rapporto tra il debito pubblico e il PIL scenda solo marginalmente nel prossimo triennio. L’elevato livello del rapporto è un elemento di vulnerabilità per il Paese; riduce gli spazi di manovra per fronteggiare eventuali shock avversi e alza il costo del debito anche per i prenditori privati, con effetti negativi sulla competitività dell’intera economia italiana”. (AGI)
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