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Ballottaggi domani si vota. E in Sicilia via al primo turno

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Ballottaggi domani si vota
“Vincerà chi perderà meno voti” pare essere il mood di queste elezioni Bella sorpresa, invece, il candidato dem Possamai che sfida il sindaco uscente di Vicenza Francesco Rucco
Claudia Fusani · 27 Mag 2023

Sballottati dall’alluvione, leader, partiti ed elettori hanno “coltivato” poco alleanze, apparentamenti e desistenze negli ultimi quindici giorni. Motivo per cui alla vigilia del ballottaggio in 41 comuni tra cui 7 capoluoghi, il non-detto più condiviso è il seguente: “Vincerà chi perderà meno elettori, avrà cioè meno astensionismo”. Che potrebbe essere il vero dominus di questo turno di amministrative in cui si vota di domenica (la prima veramente estiva) e di lunedì. Ai ballottaggi in continente si aggiunge anche il primo turno in Sardegna e in Sicilia dove hanno chiuso la campagna sia i leader del centrodestra che il presidente del M5s, Giuseppe Conte. Da registrare un paio di curiose dinamiche. La prima: benché solo lunedì pomeriggio saranno noti vincitori e sconfitti di questa tornata elettorale, chi già al primo turno ha cantato vittoria – il destracentro – si è concentrato soprattutto sul voto nelle isole. Come se quella dei ballottaggi fosse una battaglia già vinta e acquisita. O già persa e sui cui è bene non metterei troppo la faccia. Lunedì a metà pomeriggio (i seggi chiudono alle 15,00) sapremo. La seconda dinamica, non inedita, riguarda i candidati civici seppure di area. Nelle sfide a due appassiona quella di Vicenza tra il giovane candidato astro nascente dem Giacomo Possamai (32 anni) e il sindaco uscente di centrodestra Francesco Rucco. Una bella sorpresa il giovane Possamai, avvocato e consulente in varie aziende. Uno che, tanto per dirne una, ha chiesto alla segretaria del Pd Elly Schlein di non venire a Vicenza “perché il Pd è un nome, il civismo è la mia chance” e uno la cui lista ha fatto meglio del Pd. In questi 15 giorni Possamai ha stretto un accordo con i grillini e lista di Lucio Zoppello, transfuga dalla giunta Rucco. Il sindaco uscente si è barricato con il Popolo della famiglia e il suo ex acerrimo nemico Claudio Cicero (una tregua per cui avrebbe garantito Salvini). Tutto pur di resistere contro la passione e l’entusiasmo che il giovane avvocato ha saputo raccogliere intorno a sé. Si cerca di ripetere lo schema Tommasi a Verona. A Vicenza il clima è pessimo: l’altra notte vandali non proprio ignoti hanno imbrattato tutti i manifesti di Possamai che è andato in questura per formalizzare il danneggiamento subito. A quel punto Rucco ha denunciato l’intero centrosinistra per diffamazione. Non un bel clima. Si accettano scommesse anche su un’altra sfida molto anomala e tutta a destra. A Terni lottano per la poltrona di sindaco Orlando Masselli, tecnicamente un dirigente del Monte dei Paschi prestato alla politica (è stato assessore al Bilancio) e pupillo della governatrice leghista Donatella Tesei. Dall’altra parte – si fa per dire – la sorpresa che non t’aspetti: l’imprenditore multitasking Stefano Bandecchi, presidente della Ternana, fondatore di Cusano Campus (e poi anche radio e tv) e anche ex parà. A Terni, città operaia e delle acciaierie, è rimasto fuori il candidato della sinistra. Il Pd aveva scelto Josè Maria Kenny, il professore universitario docente di Scienza dei materiali che però nulla ha potuto contro due candidati di destra. Tanto per capire che aria tira, l’eclettico Bandecchi è uno che dice: “Mi prendo Terni, poi l’Umbria e poi Roma”. Un parà, appunto. Al primo turno il centrodestra ha conquistato quattro sindaci nei comuni capoluogo (Imperia, Latina, Sondrio, Treviso) mentre il centrosinistra ne ha portati a casa due (Brescia e Teramo). Adesso la partita che farà spostare l’ago della bilancia in un campo o nell’altro sarà giocata, oltre che a Vicenza e
Terni, ad Ancona, Brindisi, Pisa, Siena e Massa. Proprio ad Ancona, storica roccaforte rossa e unico capoluogo di regione al voto, ha deciso di chiudere il suo tour elettorale la segretaria del Pd Elly Schlein sperando di tirare la volata alla candidata di centrosinistra e Terzo polo Ida Simonella, che al primo turno ha raccolto il 41,3% delle preferenze. Sulla carta non dovrebbero esserci apparentamenti formali con M5s e Verdi, situazione che potrebbe avvantaggiare Daniele Silvetti, candidato del centrodestra proveniente da FI, che ha già incassato il 45% nella scorsa tornata elettorale. Altre due città pesanti che torneranno al voto sono Pisa e Siena. Ci possiamo mettere anche Massa e si capisce che la Toscana diventa un laboratorio interessante: tre città da sempre a sinistra, passata a destra nel 2018 e che ora devono confermare di aver saputo governare. A Pisa Michele Conti, sindaco uscente in quota Lega, non ha vinto al primo turno per 15 voti (49,96% di consensi) e se la giocherà col candidato del centrosinistra sostenuto anche dal M5s, Paolo Martinelli. L’analisi dei flussi del primo turno dissero che molto voto di centro (circa l’8%) si era già spostato su Conti perché è stato “un buon sindaco che si è dedicato alla città e al suo decoro”. Tutto può essere ma se l’astensione non tradirà troppo Conti, la sua riconferma è quasi scontata. Anche perché se Conti è “uno che letto a destra ha fatto politiche di centro e rassicuranti”, Martinelli parte già molto a sinistra e con poco spazio per allargare il consenso. Ballottaggio con suspence a Siena dove oltre al duello tutto al femminile tra Nicoletta Fabio, candidata del centrodestra, e Anna Ferretti, ex assessora ed espressione di Pd e Si, non è chiaro dove andrà il tesoretto di voti (il 20%) del terzo arrivato Fabio Pacciani, dentista e, come Fabio, magistrato di contrada che a Siena è tanta roba. Misteri senesi che vedremo sciolti solo lunedì pomeriggio. Infine a Massa. Anche qui il centrodestra era andato in briciole. Francesco Persiani (appoggiato al primo turno da Lega, FI e liste civiche, ma non da FdI che lo aveva candidato cinque anni fa) se la vedrà con il candidato del centrosinistra Enzo Romolo Ricci. La novità è che un paio di giorni fa i leader nazionali hanno dato l’ordine: “Dobbiamo andare uniti”. Ma l’odio nella destra massese è tale per cui non sarà facile. Infine il sud, Brindisi, la città laboratorio dell’alleanza PdM5s. Così come doveva esserlo Pisa. Il candidato di centrodestra Giuseppe Marchionna (sostenuto anche dal Terzo polo) è in vantaggio dopo il primo turno con il 44%. A sfidarlo sarà Roberto Fusco, espressione dei Cinque Stelle che ha raccolto il 33%. Conte e Schlein dovevano fare qui l’unico comizio insieme. Hanno cambiato idea. Conte ha ripiegato sulla Sicilia, Catania e Siracusa. L’alleanza con il Pd regge. Pare. Sempre più a Sud.

Fonte: Il Riformista