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Arriva il tax day. Attesi in extremis nuovi rinvii per evitare l’ingorgo fiscale del 30 novembre

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di redazione

Sono ben 62 gli adempimenti fiscali in scadenza al 30 novembre, più di tre quatri dei quali riguardano versamenti di tasse e imposte come gli acconti di Irpef, Ires e Irap e dell’imposta di bollo in unica soluzione sulle fatture elettroniche emesse nel terzo trimestre dell’anno. Inoltre la fine di questo mese si presenta piena di interrogativi per tutta una serie di contribuenti, dalle persone fisiche alle aziende ai lavoratori autonomi.
La risposta su nuove possibili proroghe e sulle scadenze previste per la fine dell’anno è attesa per lunedì 29 o martedì 30 dal Senato e poi dal Governo che, a questo punto, potrà rendere note le proprie decisioni soltanto dopo la scadenza del 30 novembre, con la ormai nota formula del comunicato che annuncia un provvedimento con forza di legge.
Per quanto attiene gli avvisi bonari in scadenza tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020 è probabile che il Governo, facendo proprio e riformulando un emendamento presentato in Senato da PD e Cinquestelle, rimetterà in termini i contribuenti che avevano saltato la scadenza del 16 settembre, i quali potranno versare le somme richieste per i controlli formali e automatizzati sulle dichiarazioni dei redditi o in unica soluzione, senza sanzioni o interessi, entro il 16 dicembre, oppure in quattro rate mensili di pari importo con scadenza il 16 di ogni mese.
Dopo i ripetuti rinvii durante l’emergenza Covid 19 per il pagamento delle cartelle esattoriali, per questo 30 novembre vengono a scadenza tutte in volta volta tutte le rate non pagate della rottamazione ter, che sono otto, datate 2020 e 2021 e del saldo e stralcio, che sono quattro.
Si comprende dunque la forte spinta politica proveniente dai partiti della maggioranza, sotto forma di emendamenti al decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio in discussione a Palazzo Madama, per nuove dilazioni nei pagamenti delle cartelle esattoriali. Per oggi, lunedì 29, è fissata una riunione di maggioranza per prendere una decisione definitiva e non si possono escludere sorprese. Ma il Governo è orientato a concedere soltanto una proroga molto breve, si parla del 9 dicembre che può slittare, al massimo, al 15 dicembre in virtù dei cinque giorni di tolleranza riconosciuti dal fisco. Dal Mef infatti fanno sapere che un rinvio ulteriore del pagamento delle rate scadute al 2022 avrebbe un costo non sostenibile.
Maggiori speranze, invece, di un rinvio dal 30 novembre al 31 gennaio 2022 si aprono per il versamento dell’Irap da parte delle imprese che hanno superato i tetti degli aiuti di Stato, visto che il Governo ha dato parere favorevole da un emendamento al decreto fisco-lavoro presentato da Forza Italia. Pertanto per il rinvio al 31 gennaio 2022 sia del pagamento dell’imposta regionale relativa al saldo 2019 che del primo acconto 2020 manca solo l’approvazione delle commissioni Finanze e Lavoro del Senato, che dovrebbe arrivare nella serata di oggi, lunedì 29 novembre.