Vaticano: mons.Staglianò,sviluppare teologia in cultura dialogo


“Il nostro obiettivo è portare la teologia a servizio dell’evangelizzazione”. Così monsignor Antonio Staglianò, presidente della Path, la Pontificia Accademia di Teologia, a cinque mesi dalla riforma voluta da Papa Francesco per l’organismo della Curia romana. In un’intervista a Vatican News, monsignor Staglianò ricorda l’intento del Pontefice, ossia sviluppare una teologia “in una cultura del dialogo e dell’incontro tra diverse tradizioni e diversi saperi, tra diverse confessioni cristiane e diverse religioni, confrontandosi apertamente con tutti, credenti e non credenti”.
In sostanza, rappresenta quella “teologia sapienziale” a cui si ispira da sempre monsignor Staglianò, secondo il quale “il Motu proprio del Papa (Ad theologiam promovendam) ci sta portando al cuore della nostra missione permettendoci di cambiare la struttura della nostra accademia con l’ obiettivo prioritario di mettere la teologia a servizio dell’evangelizzazione”.
Un’elaborazione del pensiero teologico che, precisa il vescovo, “non abbandoni le istituzioni accademiche ma che abbia la capacità di raggiungere le periferie esistenziali, come ad esempio le parrocchie”. La nuova Pontificia Accademia sta assumendo sempre più l’aspetto di un poliedro dove a dominare sono tre caratteristiche fondamentali: il volto scientifico, quello sapienziale e quello solidale. “Tutto questo – premette Staglianò – non pregiudica l’unità dell’accademia che però acquisisce più sfumature, più sfaccettature. È l ‘immagine che piace molto a Papa Francesco”. La Path scientifica è il volto dell’accademia che c’è sempre stato. Ma, conferma il presidente, “sarà arricchito dalla presenza di nuovi accademici, molti dei quali giovani, che saliranno di numero diventando 55. Inoltre, sarà maggiormente internazionalizzato con la presenza di esperti chiamati da ogni angolo del mondo”. Altre novità saranno l’inserimento di teologhe e l’utilizzo di persone competenti appartenenti ad altre confessioni religiose. Ma c’è una cosa ancora più interessante, afferma monsignor Staglianò: “È la creazione, prevista dai nuovi statuti, di un Consiglio degli Alti Studi. In questo Consiglio, attraverso delle figure chiamate ‘Interlocutori Referenti’, potremo innestare competenze non direttamente teologiche ma provenienti da altri saperi scientifici. Saranno soprattutto fedeli laici con i quali lavoreremo affinché la teologia possa entrare in sinergia all’interno di un processo di interdisciplinarietà”.
Quello sapienziale e quello solidale sono, invece, i volti nuovi che nascono direttamente da Ad theologiam promovendam. “Perché – argomenta Staglianò – Francesco sostiene che la teologia futura deve essere più incarnata nella vita del popolo. Lui parla di una teologia che deve sapere di carne per far capire che la teologia non deve essere destinata al pensiero astratto ma deve far luce sulle questioni oscure dell’esistenza umana”. Dunque, saranno previsti dei Cenacoli Teologici nei quali approfondire la Parola di Dio e la vita degli esseri umani. “Si svolgeranno – conclude il presidente – non solo nelle parrochie ma anche in luoghi di sofferenza profonda come le carceri. In fondo, la carità teologale è coinvolgersi anima e cuore dentro un’avventura d’amore che comprende l’altro, il più dolorante, il più emarginato”. (AGI)
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