Puglia e criminalità: la domanda scomoda di Papa Francesco


È diventato virale il filmato del Papa che chiede ad un gruppo di pellegrini provenienti dalle città di Trinitapoli e Bisceglie: “La Puglia è un poco pericolosa, no?”. Il Pontefice, con quella domanda, segnala un’attenzione particolare ai temi della legalità, rivela forse di aver letto attentamente tutti i dati dell’indice della criminalità 2020 relativi alle 106 provincie italiane recentemente pubblicato dal Sole 24 Ore. Un indice che fotografa 37 tipologie di reato in una graduatoria in cui la Puglia con le sue sei provincie non è affatto un’isola felice

di Cosimo Forina

È diventato virale il filmato di Papa Francesco che chiede ad un gruppo di pellegrini provenienti dalle città di Trinitapoli e Bisceglie (provincia Barletta-Andria-Trani) durante l’udienza di mercoledì 23 novembre: “La Puglia è un poco pericolosa, no?”. Alla domanda i pugliesi, un po’ “straniti”, hanno risposto coralmente “no”.
Non si mente al papa! Francesco ha dimostrato – a dispetto dei pugliesi – di essere ben informato!
I Media, i più, nel rilanciare il filmato hanno pensato che il riferimento del Pontefice fosse all’efferato omicidio, avvenuto a Barletta, del giovane 24enne Claudio Lasala accoltellato nella notte tra il 29 e il 30 ottobre a seguito di un litigio in un bar per un cocktail negato.
Una vittima innocente, una storia balorda. Fermati due giovani, uno di 20 anni l’altro di 18 anni, accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
In Vaticano, probabilmente, devono però essere ben informati circa la lotta impari denunciata, ad ogni sua uscita pubblica, dal capo della Procura di Trani Renato Nitti che parla di carenza di magistrati e di investigatori nella provincia che risulta essere tra le prime 10 in Italia per penetrazione criminale.
Devono aver saputo, sempre oltre Tevere, anche degli otto arrestati per associazione mafiosa (416 bis) a Canosa di Puglia (15 novembre 2021), accusati di essere i mandanti e gli esecutori di diversi omicidi (lupare bianche) a danno di un confidente della polizia (marchiato come infame) e di altri omicidi finalizzati al controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti. Delitti avvenuti tra il 2003 e il 2015 per lanciare – dice l’ordinanza di arresto – “un chiaro monito alla collettività locale e a quanti ostacolassero il loro controllo delle piazze di spaccio”. Fra i “moniti” sono compresi i colpi di pistola contro l’autovettura di un agente del commissariato della Polizia di Stato di Canosa che stava investigando su di loro e quelli di Kalashnikov contro giostrai che avevano tentato di sottrarsi ad un pizzo più oneroso destinato al mantenimento dei detenuti.
Un’azione omicida che si è accanita contro le sue vittime con la distruzione dei cadaveri – che sono stati bruciati – per non farne trovare più traccia.
Un metodo aberrante che ha riportato le lancette indietro nel tempo ad oltre trent’anni fa, quando dominante sul territorio era il sistema mafioso capeggiato dal boss Salvatore Anacondia detto manomozza (poi pentito) autore, come da lui stesso affermato, di poco meno di duecento omicidi. Sistema mafioso giudicato nel maxiprocesso denominato “Dolmen” che ha visto inizialmente 170 imputati.
Papa Francesco con quella domanda, che segnala una attenzione particolare ai temi della legalità, rivela forse di aver letto con attenzione tutti i dati dell’indice della criminalità 2020 relativi alle 106 provincie italiane recentemente pubblicato dal Sole 24 Ore. Un indice che fotografa 37 tipologie di reato in una graduatoria in cui la Puglia con le sue sei provincie non è affatto un’isola felice.
Ecco i dati nella classifica finale riferita al numero di denunce ogni 100.000 abitanti: Foggia 11a (23162); Bari 21a (41355); Brindisi 52a (10615); Barletta-Andria-Trani 64a (10043); Lecce 67a (20276); Taranto 72a (14307).
Spicca il primo posto di Foggia per estorsioni. Sempre Foggia, insieme a Brindisi, è tra le prime dieci province italiane per lesioni dolose e omicidi volontari consumati.
Per i tentati omicidi (77 in tutta la Puglia) Foggia ottiene invece il secondo posto. Ancora primati per furti con strappo, di motociclo e di autovetture a Barletta-Andria-Trani (2179 furti) che è prima in Italia anche per le rapine in abitazioni e ancora in banca, uffici postali e contraffazioni di marchi e prodotti industriali. Foggia ancora sul podio (terzo posto) per riciclaggio. Per associazione di tipo mafioso le sei province pugliesi si posizionano tra il terzo posto ancora una volta di Foggia e il quarantatreesimo di Brindisi, con ben tre province tra le prime dieci.
La domanda di papa Francesco è quindi uno sprone ad andare oltre l’antimafia da salotto e sembra impegnare tutti ad agire per la Legalità e per la Giustizia senza più tentennamenti, senza nascondere la testa sotto la sabbia negando l’innegabile.
È vero, non è solo la Puglia a macchiarsi di crimini. Per certe versi il fenomeno criminale è meno diffuso che in altre regioni d’Italia ma purtroppo in prevalenza si registra un incremento del fenomeno mafioso.
La nostra è una nazione che alla proposta di Rai1 della visione del film “Lea” su Lea Garafolo – uccisa il 24 novembre 2009 per essersi ribellata al giogo della ‘ndrangheta – il 23 novembre ha preferito la partita di Champions League Chelsea-Juventus trasmessa da Canale5 (dati Auditel 3.091.000 spettatori pari al 13.8% per il film – 5.006.000 spettatori pari al 20.6% per la partita).
No, decisamente, non si mente al papa e neanche a se stessi.