Ora la rabbia di Trump torna a concentrarsi su Pechino


Donald Trump apre un nuovo fronte con la Cina dopo lo scontro sui dazi, accusando Pechino di interferenze in vista delle elezioni americane di mid-term di novembre, cruciali per portare avanti le politiche della sua amministrazione. Al Palazzo di Vetro, nella sala del Consiglio di Sicurezza, in mano il martelletto da presidente (gli Stati Uniti nel mese di settembre detengono la presidenza di turno dell'organismo di governo dell'Onu), il capo della Casa Bianca ha detto chiaramente che la Cina “cerca di interferire nelle elezioni di metà mandato” negli Stati Uniti.

“Mi vogliono impedire di vincere”

“Non vogliono che io vinca, perché sono il primo presidente che abbia sfidato veramente la Cina sul commercio". ha tuonato il presidente americano, "e stiamo vincendo sul commercio, stiamo vincendo ad ogni livello".

Immediata la replica di Pechino: la Cina, ha detto il ministro degli Esteri, Wang Yi, "rispetta il principio di non ingerenza negli affari interni di un Paese". "Respingiamo le accuse e chiediamo agli altri Paesi di rispettare la Carta delle Nazioni Unite e di non interferire nei nostri affari interni", ha aggiunto il capo della diplomazia cinese.

“La Corea del Nord vuole la pace, l’Iran si aspetti altre sanzioni”

In una replica del discorso tenuto ieri dal palco dell'Assemblea generale, Trump è tornato ad aprire a dittatori come Kim Jong-un, dicendo che "vuole la pace", e a bocciare invece Iran e Russia, accusato di aver lasciato operare "la macelleria" aperta in Siria dal regime di Bashar Assad.

Per Teheran, inoltre, è in arrivo "a inizio novembre" un pacchetto completo di sanzioni", ma ciò non sembra impensierire la Repubblica islamica.

L'Iran "continuerà a lavorare" per salvare l'accordo sul nucleare, ha assicurato il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, intervenendo ad una riunione di Alto livello sulla Siria, organizzata dall'Alto rappresentante per la politica Estera Ue, Federica Mogherini e alla quale ha partecipato anche il titolare della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi.

L’Europa è avvertita

Trump, da parte sua, non si è mostrato turbato dall'iniziativa Ue per eludere le sanzioni americane e continuare a fare affari con l'Iran: "Penso che gli europei si comporteranno bene, state a guardare", ha detto al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, anche lui a New York. È stato Emmanuel Macron a bocciare l'approccio americano nella stessa seduta del Consiglio di sicurezza: "Non può ridursi a una politica di sanzioni", ha detto il presidente francese. Macron ha sottolineato: "Dobbiamo costruire insieme una strategia a lungo termine per la gestione di questa crisi che non può essere ridotta a una politica di sanzioni e embargo" all'Iran.

Vedi: Ora la rabbia di Trump torna a concentrarsi su Pechino
Fonte: estero agi