Musica: torna Torino Jazz Festival con 280 musicisti


Undici giorni di programmazione, 104 appuntamenti di cui 57 concerti, 280 musicisti. Sono i numeri della dodicesima edizione del Torino Jazz Festival, che torna dal 20 al 30 aprile. Sono 73 i luoghi della città coinvolti nella manifestazione con grandi concerti sui palchi e nei club, conferenze, presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche, marching band. Il Torino Jazz Festival 2024, con la direzione artistica di Stefano Zenni, è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino con il sostegno del Ministero della Cultura e di Fondazione CRT, Main Partner Intesa Sanpaolo e Iren. “Il Torino Jazz Festival – ha spiegato il sindaco Stefano Lo Russo – ha registrato in questi anni un crescente successo confermandosi come una tra le più riuscite iniziative culturali della Città, grazie alla sua capacità di diffondersi sul territorio, coinvolgendo tutta la comunità e conquistando il calore e l’affetto del pubblico”. “Anche quest’anno l’offerta di eventi in cartellone è ricchissima e di elevata qualità artistica – ha aggiunto – con un’attenzione particolare per i più giovani, con eventi speciali e biglietti al prezzo simbolico di un euro per invitarli a scoprire la magia della musica dal vivo, e un grande concerto per celebrare la Festa della Liberazione”. Il programma del “main”, non avrà un’unica sede ma sarà diffuso sul territorio. Ospiteranno i concerti: il Teatro Regio, il Piccolo Regio, il Teatro Vittoria, Hiroshima Mon Amour, il Teatro Alfieri, il Teatro Monterosa, il Teatro Colosseo, la Casa Teatro Ragazzi e Giovani, il Bunker, l’Auditorium Giovanni Agnelli e la Sala 500 del Lingotto, il CAP 10100. Il Torino Jazz Festival 2024 celebra Duke Ellington, a 50 anni dalla scomparsa, e il ritorno in città di John Zorn dopo molti anni di assenza. TJF 2024 si apre alle tante forme del jazz: accoglie i grandi musicisti che celebrano la tradizione più alta e vitale, lascia spazio alle ibridazioni con i generi più disparati – dal rap all’elettronica, dal soul al folk, dalla classica al rock – che da tempo ravvivano la parola “jazz” in senso autenticamente contemporaneo, invita alla scoperta di artisti ancora poco conosciuti, promuove la creazione di musica che si avvia verso un nuovo pubblico, festeggia la gioia di ritrovare i maestri che sanno rinnovarsi. “Un festival oltre le categorie, come direbbe Ellington – ha commentato il direttore artistico Stefano Zenni – ma anche oltre i confini, non solo geografici, dove le persone si ritrovano nel nome di una musica, il jazz, nata per celebrare una comunità libera”. (AGI)
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