Maurizio IV, il metateatro in abito pulp


Tic e bizze di registi e teatranti all’ombra di un Pirandello inedito e volutamente pulp. Lo spettacolo che ha per protagonisti Emanuele Puglia e Cosimo Coltraro, in scena al Brancati

di Alfio Chiarello

All’interno di un teatro, un regista aspetta impaziente l’arrivo di un elettricista. La scena è predisposta per la rappresentazione del Giuoco delle Parti, ma fino al momento in cui arriva il tecnico nulla sembra essere al suo posto. Né la presenza del pacioso operaio (Carmine) sembra poter essere di giovamento, manifestandosi subito una palese incapacità operativa. Il dialogo fra i due si fa teso. Il regista (Maurizio) Sperde le staffe, inveisce, insulta. L’elettricista subisce, tenta di nascondere la sua incompetenza, prova a distrarre con argomenti che poco hanno a che vedere con la tecnica delle luci il sempre più infuriato regista. Nel tentativo di guadagnarlo alla sua causa, Maurizio prova a stimolare la curiosità del tecnico illustrandogli le sue idee sulla messa in scena. Ma le tematiche pirandelliane, esposte in maniera ortodossa, non fanno breccia nel suo animo, forgiato da ben altre esperienze. A questo punto i ruoli si invertono, e il regista finisce con lo spogliarsi della sua saccenteria, lasciando spazio alle idee grottesche del tecnico. Pirandello perde ogni sfumatura di cerebralità e in uno slancio di enfasi viene addirittura etichettato come il precursore di YouPorn. Roba da matti. Appunto. E’ il primo campanello d’allarme che suona. Siamo certi che i due personaggi siano realmente un regista e un elettricista, oppure c’è qualcosa di diverso che viene nascosto? Il testo non molla Pirandello, continua a strizzare l’occhio all’Enrico IV, ma l’autore, Edoardo Erba si concede qualche digressione nel descrivere con efficacia e forse anche un pizzico di autocompiacimento tic e bizze di registi e teatranti (almeno nel modo in cui sono stati consegnati all’immaginario collettivo) sfoderando un’ironia pungente che rappresenta la parte più gradevole dello spettacolo. Va detto che il mix fra raffinatezza estrema (le tematiche pirandelliane) e cultura trash può spiazzare lo spettatore. Ma a fornirgli la bussola è lo stesso testo, nella sua parte più esplicita. “Questo è il nuovo Pirandello, questo è il Pirandello pulp – urla Maurizio all’apice di una sua scoperta visionaria”. Date queste premesse, che a nostro avviso rappresentano il fulcro della pièce, non resta che mollare gli ormeggi e lasciarsi trascinare fino alla conclusione, che non sarebbe potuta esser più “pulp” di come è stata realizzata.
Anima e corpo del Maurizio IV sono Emanuele Puglia e Cosimo Coltraro, un duo affiatato di attori che quando ispirati è capace di cose egregie, e che quando no, riesce sempre a sopperire all’entusiasmo con esperienza e mestiere. Lo spettacolo, diretto da Federico Magnano San Lio è rappresentato al Brancati di Catania.