L’accordo tra Russia e Ucraina per il corridoio del grano più vicino


AGI – Cresce l’ottimismo per il grano bloccato nei porti ucraini. Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha annunciato un principio di accordo tra Russia e Ucraina, dopo che le delegazioni militari dei due Paesi impegnati nel conflitto hanno partecipato a un vertice a Istanbul mercoledì scorso, con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite.

Un incontro importante, il primo faccia a faccia tra rappresentanti di Russia e Ucraina dalla fine di marzo, quando a Istanbul andò in scena un vertice per un cessate il fuoco, una trattativa poi arenatasi con le tremende immagini provenienti da Bucha e da Irpin.

Akar ha dichiarato che le parti hanno aderito alla proposta di costituire un centro di coordinamento a Istanbul, che con la partecipazione di delegati di Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite monitori e tracci il percorso delle navi in uscita.

Uno step su cui, a dire il vero, già due settimane fa Ankara aveva comunicato di aver ottenuto il via libera da Mosca e Kiev. Manca un’intesa definitiva, per cui bisognerà attendere un nuovo vertice, già in programma.

“La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro, l’occasione per definire i dettagli e rivedere i punti su cui un accordo è stato già raggiunto, prima della firma”.

Alla fine del vertice, durato un’ora e mezza, è intervenuto da New York il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha parlato di un “barlume di speranza per alleviare la fame nel mondo e innumerevoli sofferenze” e annunciato che si ridurrà le vacanze per volare in Turchia al momento di finalizzare l’accordo.

La metà delle 35 milioni di tonnellate di grano bloccate nei porti ucraini sono destinate a progetti Onu del World Food Programme nell’Africa Subsahariana.

Il rischio che le derrate marciscano nei porti bloccati dalla guerra pone sull’orlo della carestia diversi Paesi dell’Africa Subsahariana, mentre allo stesso tempo la crisi alimentare in corso in Europa ha causato un aumento dei prezzi destinato a non arrestarsi.

“Russia e Ucraina hanno dimostrato di poter parlare, ma la pace è ancora lontana”, ha detto Guterres. Oltre al centro di controllo logistico a Istanbul la marina turca ha dato la disponibilità a scortare le navi una volta entrate in acque internazionali oltre che in acque turche e compiere ispezioni delle navi in entrata con la partecipazione delle Nazioni Unite, per garantire alla Russia che non trasportino armi.

La definizione di percorsi liberi dalle mine rassicura d’altro lato l’Ucraina, sin dall’inizio restia a sminare i porti nel timore di un attacco russo. È da almeno due mesi che qualsiasi prospettiva di un accordo per il cessate il fuoco è ormai arenata.

Da allora il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha spinto per cercare di sbloccare il grano nei porti ucraini, tuttavia l’obiettivo ultimo cui il leader turco lavora già da prima dell’inizio del conflitto è quello di portare allo stesso tavolo il presidente russo Vladimir Putin e l’ucraino Volodimir Zelensky.

Lo scorso 5 luglio, durante una conferenza stampa con il premier italiano Mario Draghi, Erdogan aveva auspicato che “entro 7-10” giorni il primo carico di grano sarebbe potuto partire e aveva annunciato ulteriori colloqui con Putin e Zelensky.

Colloqui poi arrivati lunedì, prima con il presidente russo e a seguire con il collega ucraino, un dialogo cui è seguito l’annuncio del vertice poi svoltosi ieri. Ora l’attenzione passa sul bilaterale che Erdogan e Putin avranno a Teheran il prossimo 19 luglio.

L’annuncio giunto dal Cremlino di un faccia a faccia tra i due leader fa crescere la speranza che per il “corridoio del grano” possa esserci un passo avanti definitivo. Secondo le Nazioni Unite nel 2019 la Russia ha prodotto 118 milioni di tonnellate di grano, l’Ucraina 74.

La produzione dei due Paesi costituisce il 30% della produzione mondiale e sono rispettivamente al quarto e quinto posto per produzione di grano dopo Cina, Usa e India.