Israele va sulla Luna


Dopo Stati Uniti, Russia e Cina, sarà Israele il quarto Paese del mondo a raggiungere la Luna con una propria sonda. Si chiama Beresheet, che significa “Genesi”, e tenterà un atterraggio morbido, utile cioè a non disintegrarla (sì, in passato è capitato diverse volte, a cominciare da Luna 2, la sonda sovietica che per prima raggiunse la Luna, era il 1959), consentendole quindi di raccogliere informazioni preziose dalla superficie. Uno degli obiettivi di questa missione, in particolare, è misurare il campo magnetico del satellite della Terra.

Perché questa missione ha qualcosa di storico

A luglio, il 20 per la precisione, ricorreranno cinquant’anni dal primo sbarco sulla Luna, quello degli statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin: l’apice del decennio di sfida nel cosmo tra Usa e Urss, le due superpotenze della guerra fredda. A quell’epoca la rincorsa allo spazio suscitava interesse ed entusiasmo, molto più di quanto accada ora. Eppure il tentativo di sbarco della sonda israeliana, previsto per le 21 dell’11 aprile, rappresenta un traguardo storico per alcune ragioni. Innanzitutto perché è la prima missione di un veicolo di un’azienda privata, in questo caso SpaceIL.

On April 11th, Israel will make #history and become the 4th country to ever land on the #moon!

Here are some of the NUMBERS behind @TeamSpaceIL Beresheet’s amazing journey: #IsraelToTheMoon pic.twitter.com/IowkzvMWzB

— Israel ישראל (@Israel)
10 aprile 2019

“Siamo un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2011 – si legge sul sito ufficiale – che mira a portare il primo veicolo spaziale israeliano sulla Luna”. Il progetto è nato nel 2011 quando tre giovani ingegneri, Yariv Bash, Kfir Damari e Yonatan Winetraub, risposero alla sfida internazionale presentata da Google Lunar XPRIZE: costruire, lanciare e atterrare un veicolo spaziale senza equipaggio sulla Luna.

Una competizione conclusa, senza vincitori, a marzo 2018; nonostante questo SpaceIL ha proseguito nella sua missione, atterrare cioè sulla Luna.

I numeri della missione spaziale biancoblu​

Cento milioni, tanto è costato costruire Beresheet, un dato che rende questa sonda spaziale la più economica del suo genere. Partita da Cape Canaveral, in Florida, lo scorso 22 febbraio, ha impiegato sei settimane per entrare nell’orbita lunare. Un lungo percorso di avvicinamento che ha visto la sonda gravitare nell’orbita terrestre lungo diversi tracciati ellittici: questione di gravità, naturalmente, come spiegato nel video che segue.

Numeri, si diceva: per entrare nell’orbita della Luna ha dovuto sconfiggere la gravità terrestre: nel suo percorso di allontanamento dal nostro pianeta, Beresheet ha raggiunto la velocità di 36 mila chilometri orari. Da una settimana si trova nell’orbita lunare (vi è entrata il 4 aprile scorso), mentre sulla superficie lunare resterà soltanto per 72 ore. Tre giorni di raccolta di dati per cui ne sono serviti 49 di viaggio, per un totale di 6 milioni e mezzo di chilometri percorsi.

Negli ultimi giorni la sonda è rimasta a circa 250 chilometri dalla superficie della Luna, lungo un’orbita circolare; dalla velocità tenuta, circa 6 mila km/h, si procederà allo spegnimento che motori che si completerà quando Beresheet sarà ad appena cinque metri di altezza dal suolo. Lì tenterà l’allunaggio morbido.

Da Wikipedia alla Bibbia, ecco cosa approderà sulla Luna

Studiare il campo magnetico, certo, e anche proseguire nell’analisi della velocità con cui il satellite si allontana dalla Terra (per ora si stima una fuga di 3,8 centimetri all’anno). Dietro a un allunaggio ci sono ragioni scientifiche, ma non solo: raggiungere il satellite della Terra significa anche entrare in un club che finora ha contato soltanto tre membri. Un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Così, dopo la targa lasciata da Armstrong e Aldrin nel ‘69 e la bandiera a stelle e strisce piantata da Alan Shepard due anni più tardi (ma pure la famosa sonda sovietica del ‘59 lanciò verso il suolo il vessillo con falce e martello), anche Israele potrà portare una traccia di sé nello spazio.

Beresheet depositerà infatti una sorta di capsula del tempo, una piccola eredità digitale composta da file che contengono una copia della Bibbia, i disegni di alcuni bambini, l’inno nazionale e la bandiera di Israele, le testimonianze di alcuni sopravvissuti alla Shoah e la versione inglese di Wikipedia. “Resteranno per sempre sulla Luna”, le parole di Weintraub. Per non perdervi il momento la diretta l’atterraggio è alle 20.45.

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Fonte: estero agi