Il lockdown ci costa un sacco di soldi di riscaldamento. Una ricerca


Nel mese di marzo 2020 gli italiani hanno incrementato l’uso del riscaldamento del 41% rispetto allo stesso periodo del 2019. La temperatura esterna quest’anno è diminuita di 2 gradi, valore che però non giustifica una crescita così importante nei consumi: la differenza è in gran parte dovuta all’aumento della permanenza in casa durante il giorno a causa del confinamento dovuto al coronavirus.

L’Italia è stata la prima nazione a ricorrere alla chiusura totale delle attività il 9 marzo, obbligando tutti i cittadini a rimanere nelle proprie abitazioni una settimana in anticipo rispetto al resto dell’Europa: Spagna e Francia le prime a seguire l’esempio (rispettivamente il 14 e il 17) fino all’Inghilterra che dichiara il lockdown per ultima, il 23 marzo.

Inoltre, già nelle settimane precedenti molti italiani sono stati obbligati a diminuire i propri spostamenti a causa della chiusura preventiva delle scuole e della richiesta di alcune regioni di incrementare lo smart working.

In Italia la bolletta media annuale per il gas arriva circa a 1.000 euro che sommata all’elettricità può salire anche fino a più di 1.500 euro. Per questo motivo sempre più persone sono alla ricerca di soluzioni che aiutino a diminuire la spesa, probabilmente ancora di più nella situazione attuale che ci vede in casa tutto il giorno.

Una soluzione semplice è quella di abbassare il riscaldamento: anche solo 1 grado in meno consente un risparmio in bolletta di circa il 6%. Ma non sempre risparmiare deve essere a scapito del comfort. L’uso di termostati e valvole termostatiche intelligenti può infatti aiutare ad alleggerire la bolletta, con risultati fino al 30% in meno, senza però dover dire addio a tutti gli agi a cui si è abituati.  Un vantaggio particolare dei termostati intelligenti per coloro che ora si trovano a passare molto tempo a casa è la possibilità di gestire il riscaldamento individualmente, stanza per stanza, consentendo di avere il clima ideale senza sprechi.  

La ricerca è stata condotta dall’azienda di climatizzazione domestica Tado su un campione di più di 10.000 abitazioni in Italia, poi sono stati messi a confronto i tempi di riscaldamento dalle 8 alle 18 nello stesso mese quest’anno e il 2019 per verificare l’impatto che ha avuto il fatto che molte più persone fossero a casa durante il giorno. È stata quindi fatta una doppia verifica con la temperatura esterna: l’Italia quest’anno era più fredda di 2 gradi rispetto a marzo 2019: il consumo sarebbe cresciuto ugualmente, ma non di così tanto. 

Ora che lo smart working è entrato ufficialmente come metodo di lavoro anche Italia, chi deciderà di usufruirne dovrebbe prendere in considerazione alcune accortezze, come la ventilazione e lo spurgo dei propri radiatori, e dovrebbe valutare di implementare sistemi di efficienza energetica a lungo termine, come un migliore isolamento o una caldaia in grado di ottimizzare i propri consumi.

Altrettanto importante quando si trascorre molto tempo a casa è assicurarsi che la qualità dell’aria sia buona. Areare completamente gli ambienti almeno una volta al giorno per un minimo di 15 minuti può aiutare ad eliminare gli inquinanti domestici, ridurre gli odori, aumentare il livello di ossigeno e diminuire l’umidità.

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Fonte: cronaca agi