Il Cura Italia all'esame del Senato. La maggioranza teme l'assalto alla diligenza.


Alla vigilia dell’avvio dell’esame in Senato del ‘decretone‘, che accorpa tutti i provvedimenti varati dal governo sull’emergenza coronavirus, restano ancora da sciogliere due nodi fondamentali: numero degli emendamenti e numero dei passaggi in Parlamento, ovvero se fare solo due letture oppure prevederne tre. Non si tratta di questioni di lana caprina o relative solo alle procedure parlamentari. Ma diventano essenziali sia per evitare che il testo del Cura Italia venga stravolto, sia per avere la sicurezza di una sua conversione in legge entro la dead line di fine aprile. A far da contorno, restano le polemiche tra maggioranza e opposizione sul ruolo del Parlamento e sulla ripresa dell’attività di Camera e Senato, con la richiesta avanzata dal centrodestra di una “convocazione permanente”.

Nodo numeri emendamenti e quante letture in Parlamento

Il vertice convocato dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà (in videoconferenza) con i capigruppo delle forze di maggioranza di Camera e Senato per decidere la linea in vista dell’avvio domani dei lavori in commissione Bilancio non è stato risolutivo, ma solo “interlocutorio”, viene riferito. Al centro della discussione, appunto, lo ‘spazio’ da lasciare alle modifiche delle opposizioni.

E, di conseguenza, al numero di letture. Prevederne solo due, infatti, presuppone che alla Camera il testo arrivi blindato, senza possiblità di intervenire con emendamenti. Ipotesi, questa, che viene rispedita al mittente dalle opposizioni, pronte a dare battaglia. L’orientamento prevalente nella maggioranza, e sul punto ci sarebbe anche la disponibilità del governo, è di non comprimere il dibattito,quindi nessun no pregiudiziale a svolgere tre letture (con un inevitabile tour de force) ma vanno stabiliti tempi certi per l’esame, anche attraverso una sorta di ‘contingentamento’ del numero degli emendamenti.

L’imperativo, per i giallorossi e per l’esecutivo, è fare in fretta ed evitare l’assalto alla diligenza. Tema che viene posto anche all’interno della stessa maggioranza, dove M5s e Italia viva hanno già ripetutamente annunciato modifiche, ad esempio alle norme sugli autonomi e le partite Iva. Ai tre leader del centrodestra, durante l’incontro a palazzo Chigi, il governo ha comunque garantito la ‘doppia lettura’ del ‘decretone’.

Toccherà alla Capigruppo del Senato superare l’impasse. Conte giovedì in Aula

Toccherà alla capigruppo di mercoledì sciogliere questi nodi. Ma sul numero di emendamenti – “pochi e mirati” – la maggioranza sembra intenzionata a tenere il punto. Così come, per contro, le opposizioni non intendono cedere sul diritto di intervenire sul testo. Domani, intanto, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sarà in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato (in videoconferenza). 

Un’audizione ampia, come chiesto dalle opposizioni: sono infatti state concesse tre ore per svolgere quello che, di fatto, è il primo confronto in Parlamento sull’emergenza Covid-19, in attesa di ascoltare direttamente il premier Giuseppe Conte, che dovrebbe presentarsi in Aula per un’informativa urgente nella giornata di giovedì, in entrambi i rami del Parlamento. Ma saranno le rispettive capigruppo (domani si riunirà quella della Camera, alle 18, mercoledì toccherà al Senato) a decidere.

Come si voterà in Aula? Altra questione da risolvere

E saranno quelle le sedi ufficiali in cui sciogliere anche un altro nodo, ancora irrisolto, sulle modalità di votazione in Aula, alla presenza di 630 deputati e 315 senatori (salvo, naturalmente, le assenze giustificate). Come consentire a tutti di essere presenti e votare pur rispettando le prescrizioni di sicurezza e la distanza di almeno un metro? Diverse le ipotesi in campo, tra cui anche quella del voto a scaglioni o per ‘chiamata’, come avviene nel caso della fiducia. Ma sono soluzioni che non eliminerebbero il problema delle votazioni consecutive sugli emendamenti.

Lavori in videoconferenza, la proposta del presidente della commissione Affari costituzionali

Il presidente della commissione Affari costituzionali, Giuseppe Brescia, propone di “​convocare un tavolo tecnico presso la Giunta per il Regolamento per approntare un sistema sicuro ed efficiente” e consentire di svolgere l’attività in videoconferenza. Tema, quello dell’attività parlamentare, che continua a creare tensioni tra maggioranza e opposizioni.

Centrodestra chiede convocazione permanente del Parlamento

Con il centrodestra che chiede una convocazione “permanente del Parlamento”, tornando a puntare il dito contro la chiusura di Senato e Camera proprio nel pieno dell’emergenza. In particolare, Giorgia Meloni chiede che “il Parlamento diventi un’unità di crisi nella quale poter lavorare quotidianamente”. Accuse fermamente respinte, in queste ore, sia dai presidenti dei due rami del Parlamento, Roberto Fico e Elisabetta Casellati, che dal governo (il ministro Federico D’incà le definisce “polemiche strumentali”, mentre il collega Francesco Boccia garantisce che il “governo non opera in solitudine”), ma anche dalle forze di maggioranza, che bollano come fake news gli affondi del centrodestra sul Parlamento chiuso. Come avvenuto già nei giorni scorsi, emerge la voce fuori dal coro della maggioranza di Italia viva, con Matteo Renzi che insiste sul ruolo del Parlamento e sulla necessità che “la democrazia non vada in quarantena”.

La proposta di Fico, a commissioni attività di controllo sulla gestione dell’emergenza

Il tema del Parlamento convocato ad oltranza fa ‘sorridere’ alcuni esponenti governativi ma anche della maggioranza: “Non esiste la convocazione ad oltranza… non significa nulla”, è l’obiezione. Del resto, non ci sono precedenti a cui poter fare riferimento. Nè la convocazione ad oltranza è tra le opzioni previste dai regolamenti di Camera e Senato. Ieri Fico ha avanzato una proposta, che sarà sottoposta domani ai capigruppo, di dar vita a una “attività di controllo permanente sulla gestione dell’emergenza“. Attività di cui dovrebbero occuparsi le diverse commissioni competenti per materia. 

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Fonte: politica agi