Fisco, Confedercontribuenti: “No alla proroga di Equitalia nei Comuni”


  Bene i tagli alla Politica, ma affrontare gli sprechi dei parlamentari e delle Istituzioni nazionali

No alla proroga di Equitalia: invece di scadere a fine anno, il provvedimento riconsegna la riscossione nelle sue mani in attesa di una riforma. Così, si vanifica tutta la  battaglia fatta dal movimento dei contribuenti, da migliaia di sindaci e tanti presidenti di Regione per una riscossione a misura di cittadino a livello degli enti locali. Nel decreto assistiamo anche alla nascita di un “finto” comitato di sorveglianza su Equitalia: infatti la società di riscossione sarà sorvegliata dai suoi stessi azionisti, e diventerà una struttura in cui controllati e controllori sono la stessa cosa. Noi siamo pronti ad una forte mobilitazione. Non consentiremo norme che continueranno a vessare i cittadini”.

E’ quanto affermano oggi il presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro e Fabrizio Fadda di Confedercontribuenti Sardegna.

Sui tagli alla politica decisi dal Governo, “i contribuenti italiani salutano positivamente il decreto, ma si augurano che non sia l’ennesimo decreto legge “virtuale”: scritto, approvato e mai attuato o rinviato agli anni successivi“.

Secondo la confederazione, è necessario un intervento serio e deciso anche sul Parlamento nazionale e sui costi degli enti centrali: “Siamo d’accordo sull’incandidabilità – continua Finocchiaro – ma chiediamo che questa norma sia estesa anche ai parlamentari ed a chi ci governa a livello centrale, se procura danni all’economia nazionale“.

Per Finocchiaro “in questo decreto manca quel pezzo fondamentale di riforma che riguarda la qualità della spesa e i benefici che ne devono derivare alla comunità nazionale ed a quelle locali: faremo su questo una battaglia, ma oggi può essere l’inizio di un percorso che faccia ritornare etica e morale nella gestione della cosa pubblica. Certo e’ triste che due elementi fondamentali della politica debbano essere regolati per legge. Pensavamo dover essere scontato che l’etica e la morale regolassero la politica“.