Su Cine 34 la serie dedicata al grande attore-regista romano
a cura di Franco La Magna
Proseguono su Cine 34 i martedì dedicati all’Albertone nazionale che, passato negli anni ‘60 dietro la macchina da presa si è autodiretto in una ventina di film da lui firmati di cui forse paradossalmente il primo “Fumo di Londra” (1966) resta tra tutti il più divertente, con Sordi che, nonostante gli eterni luoghi comuni che accompagnano “l’italiano all’estero”, fornisce un’eccellente prova recitativa camuffato da improbabile inglese e convertito ad un apparentemente viscerale amore per l’Inghilterra. Celeberrima resta poi la colonna sonora “You never told me” cantata da Julie Rogers, scritta dallo stesso Sordi e Piero Piccioni.
Spesso bacchettato dalla critica, che non ne ha mai apprezzato il lavoro registico, il “trasteverino” ha anche sopportato accuse di moralismo, di scadimento nel grottesco e nella faciloneria degli happy-end, tutte critiche che non ne hanno mai condizionato sia la recitazione che l’attitudine alla regia (ha diretto complessivamente dal 1996 al 1998 diciannove film), continuando ad accrescere – in barba al dileggio di certa critica engagé (salvo poi a rivalutarlo) – la sua fama presso il pubblico delle sale cinematografiche. Insieme a Gasmann, Manfredi e Tognazzi – a cui si è aggiunta successivamente Monica Vitti – Sordi resta saldamente uno dei cinque colonnelli della risata italiana, onusto di premi e riconoscimenti, la cui popolarità, nonostante siano passati circa venti anni dalla sua morte, non è stata granché scalfita e continua ad essere enormemente diffusa, anche per la continua attenzione che la televisione in genere continua a riservargli.
“Io so che tu sai che io so” (1982, questa sera su Cine 34, alle 21,00) di e con Alberto Sordi è uno dei film prodotti nel decennio più prolifico della sua attività registica (gli anni ‘80). Probabilmente non una delle opere migliori, resta tuttavia godibile per i duetti con Monica Vitti, partner ideale dei suoi film, qui nei panni della moglie fedifraga d’un bancario che vedrà l’illusoria tranquilla vita familiare sconvolta da una serie casuale di scoperte. Un richiamo alle responsabilità individuali che si conclude con un insperato quanto improbabile ritorno alla normalità.