E.T. compie 40 anni e non ha ancora smesso di insegnarci a vivere


Tutti noi abbiamo visto E.T. l’extra-terrestre almeno una miriade di volte. Quando uscì per la prima volta sul grande schermo, nessuno poteva immaginare che avrebbe conosciuto un successo così epocale, così iconico, ma soprattutto che si sarebbe depositato nella memoria emotiva così profondamente, di fatto sancendo un precedente che non è più stato raggiunto.

Ed è anche giusto chiedersi se in fin dei conti il suo impatto sia stato esclusivamente positivo nel mondo del cinema. Quel che è certo, è che non si è trattato semplicemente del film più personale di Steven Spielberg, della somma della sua cinematografia sull’infanzia, ma anche di una metafora di quel decennio di per sé.

Un alieno nel decennio reaganiano
E.T. l’extra-terrestre arrivò tre anni dopo che Ridley Scott ci aveva mostrato che nello Spazio nessuno ci avrebbe sentito urlare, ci aveva proposto una visione della fantascienza mostruosa, inquietante, metafora della ferocia dell’uomo verso il proprio simile.

Fonte: wired